12 08 éLIBERTÀ CREATIVITÀ - Provincia di Varese La libertà non è star sopra un albero, non è...

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N. 6 12 08 FOTOGRAFIA Ecco i vincitori "On the road" MUSICA Giovani artisti a confronto STUDIO Serve aiuto? Sos in città FOTOGRAFIA Ecco i vincitori "On the road" MUSICA Giovani artisti a confronto STUDIO Serve aiuto? Sos in città CREATIVITÀ LIBERTÀ CREATIVITÀ LIBERTÀ é

Transcript of 12 08 éLIBERTÀ CREATIVITÀ - Provincia di Varese La libertà non è star sopra un albero, non è...

N. 61208

FOTOGRAFIAEcco i vincitori "On the road"

MUSICAGiovani artisti

a confronto

STUDIOServe aiuto?

Sos in città

FOTOGRAFIAEcco i vincitori "On the road"

MUSICAGiovani artisti

a confronto

STUDIOServe aiuto?

Sos in città

CREATIVITÀLIBERTÀ

CREATIVITÀLIBERTÀé

numero 6 - dicembre 2008

Editore:

Direttore responsabile:Mauro Carabelli

Redazione:Alessandro Franzetti, Alex SnyderAnna Manicone, Daniela Giunta

Debora Vigliarolo, Edoardo GrimoldiElisabetta Ranco, Francesca Capoluongo

Francesco Colombo, Irene Veneziano Luca Amato, Luca Mastrorilli

Marco Bonaglia, Marilisa MenegattiMarta Ponti, Michele Ponti, Silvia Mazzocchin

Stefano Crespi, Vittoria Meloni

Hanno collaborato:gli InformaGiovani dei Comuni di:

Varese - Elena Emilitri, Saronno - Andrea Tarabbia ed Elena Mazzucchelli,

Ispra - Enzo Scudieri, Marchirolo e Cugliate Fabiasco,

Cunardo e Cadegliano Viconago - Marzia Albieri, Sesto Calende - Massimiliano Tappari,

Gavirate - Cinzia Zanon

Hanno partecipato:Coordinamento Provinciale InFormaLavoro

Elisa Trovò e Rossella Scutteri

Coordinamento:Provincia di Varese

Coordinamento InformaGiovaniDonatella Ballerini,

Giorgio Benzoni, Chiara Brumana

Grafica:Stefania Magni - Provincia di Varese

Stampa:Emmevigrafica - Varese

Registrazione del Tribunale di Varese n. 923 del 4 dicembre 2007

SOMMARIOEDITORIALECreatività fa rima con libertà 3

ARTEIl più grande gesto creativo? 4

Dipingere con la plastica 6

MUSICAUn’occasione da cogliere a suon di musica 8Recensioni incrociate 10

CINEMAUn caffè con Max Leone 12

ORIENTAMENTOViaggio nel mondo del lavoro:Turisti per scelta 15

ESPERIENZEDialogo nel buio 18

STUDIOA.S.V.P. Aula studio ma non solo 20

Tutto è possibile a Portofranco 22

EUROPA365 giorni di spazio alla creatività 23

SPORTParalimpiadi di Pechino 2008 24

IDEECosa regalo?Non solo a Natale 26

ASSOCIAZIONINome in codice: T.d.E. 27

VIAGGILos Angeles 28

FOTOGRAFIAOn the road 30Se vuoi contattarci scrivi una mail a:

[email protected]

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EDITORIALE

Creatività. Stiamo entrando nell'anno europeo dedi-cato proprio a questa capacità di inventare e inno-

vare. Atteggiamento mentale proprio degli esseriumani, l'atto creativo si manifesta in modo tale daessere stato a lungo percepito come esclusivo della divi-nità. In effetti, anche nella sua etimologia si può riscon-trare l'accensione misteriosa e superumana di ciò che simostra come valore aggiunto, facendo la differenzanell'ordinaria gestione della nostra vita. In latino "crea-re" condivide con "crescere" la radice KAR. In sanscri-to, KAR - TR è colui che fa (dal niente) il creatore.Dunque, ce ne è abbastanza per rimanere intrigatinella comprensione dei suoi percorsi "carsici" e miste-riosi attraverso i quali vengono alla luce cose nuove,sorprendenti, spesso rivoluzionarie e non sempre con-nesse al puro estetismo artistico ma anche all'utilitàscientifica e sociale. Certo è che la creatività non puòprescindere dalla conoscenza, dalla curiosità, dallavoglia di mettersi alla prova per superare l'ordinario.Soprattutto non può fare a meno della libertà. Non a

caso le più feroci dittature hanno sempre guardato consospetto alla deflagrazione creativa. Da Garcia Lorcaad Alexander Solgenitsyn, da Galileo a SalmanRushdie, per citare alcuni dei casi più eclatanti, la stra-da della creatività può soffocare nelle spire del terrore."La creatività - dice Marcello Morandini intervistato inquesto numero - è la grande libertà di poter partecipa-re alla vita". Parole sacrosante che descrivono piena-mente la nostra tensione di essere nel mondo esprimen-doci secondo le nostre inclinazioni. Giorgio Gaber, inuna sua splendida canzone tratta da "Dialogo tra unimpegnato e un non so" parlava di libertà come "parte-cipazione". Già scorrendo le pagine di IG Magazine cisi rende conto di come un semplice strumento di infor-mazione e dibattito come il nostro giornale è un luogodi partecipazione dove creatività fa rima con libertà.Infatti, IG Magazine non esisterebbe senza il contribu-to creativo, un pizzico di anticonformismo e la voglia diesserci di chi lo scrive, di chi lo legge o di chi sempli-cemente ama gettare il proprio cuore oltre l'ostacolo.

di Mauro Carabelli

La libertà non è star sopra un albero,non è neanche un gesto o un'invenzione,

la libertà non è uno spazio libero,libertà è partecipazione.

Giorgio Gaber

CREATIVITÀFA RIMA CON LIBERTÀ

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a cura di Luca AmatoA R T E

Cos’è per lei la creatività?La creatività è la grande libertà dipoter partecipare alla vita. Pur tuttaviaessa non è da tutti poiché formata alsuo interno da molte problematiche: ciaccorgiamo tutti di come la quotidiani-tà a volte ci appesantisce, ci schiaccia.E non è facile riuscire a liberarsene.Chi riesce però almeno in parte a libe-rarsi da tutto questo, chi riesce a pen-sare a parole sviluppando un linguag-gio, può realizzare il desiderio di esse-re anche lui creativo. Difatti la creativi-tà è una rara possibilità che ognuno haper migliorare e scoprire se stesso; èpartecipazione alla realtà e alla vita:in poche parole creatività della vitastessa.

Creativi si nasce o si diventa? Lacreatività può essere insegnata?Si, certamente. Essendo noi stessimatrici di creatività, ed essendo in pos-sesso di un metodo per conoscere noistessi, ecco che abbiamo la possibilitàdi essere maestri del conoscersi.Ovviamente, dipende poi da come for-giamo culturalmente la nostra sfera delsapere, senza limitarci ad apprenderedagli altri. La cultura costituisce così le

basi di ciò che in seguito siamo dispo-sti ad accettare ed interpretare inmodo che si possa giungere realmentea vivere la propria natura. Deve esser-ci però da parte di ognuno di noi lavolontà di assumere un atteggiamentodi apertura verso gli altri e verso ilmondo in generale, anche con un mini-mo di avidità, facendo sì che l’attocreativo diventi la manifestazione di undesiderio interiore. In definitiva trasmet-tere la propria natura tramite la creati-vità è il massimo che si possa fare perdare sfogo alle proprie qualità.

Quali sono le modalità chesegue per esprimere al megliola creatività? Possiede unmetodo particolare per farlo?Ogni giorno è a sé, e la creatività èun’opportunità che ci viene data perconoscere, o meglio riconoscere noistessi. Anche in un lavoro come il miobasato sulla matematica e sulla logica,l’attività creativa necessita dell’espe-

IL PIU’ GRANDE GESTO CREATIVO? ASCOLTARE SE STESSI!

Marcello Morandini, artista e designer di famainternazionale, nasce a Mantova nel 1940 masi trasferisce dal 1947 a Varese. Dal 1963espone nei più importanti musei del mondo. Lasua prossima personale si svolgerà nel 2009

nel Museo di Arte e Design di Norimberga. Nel 2008 la casa editrice Skira ha pubblicato unesaustivo catalogo di 224 pagine e 400 immagini. Suo è il disegno della piazza Montegrappaa Varese inaugurata nel 2005.

INTERVISTA ALL’ARTISTA E DESIGNER MARCELLO MORANDINI

Chi riesce a pensare

a parole sviluppando

un linguaggio

può realizzare il desiderio

di essere anche lui creativo

a cura di Luca Amato

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A R T E

rienza che quotidianamente si fa delmondo, degli stimoli e delle sensazio-ni che derivano da esso. Svolgiamodunque un percorso in divenire:siamo coinvolti, spesso inconsapevol-mente, in un concatenarsi di costru-zioni nell’ambito della percezione dicui l’espressione della soggettività,per mezzo della creatività, è la metada raggiungere.

Ha qualche consiglio da dareai nostri lettori per coltivare lapropria creatività?Il grande segreto è quello di accetta-re di essere se stessi. Produrre creati-vità significa perciò essere libero diessere positivo con se stesso per poteresserlo poi con gli altri; in tal senso laparola creatività può significare pro-durre positività. Positivi lo si può esse-re nella professione, nel pensiero enella vita solo se ciò rappresenta unatto spontaneo della nostra volontà,senza privarci dunque dell’onestàintellettuale e spirituale. La speranza èche ognuno giochi realmente con leproprie carte per poter ogni giornoripetere lo stesso passo (produrrecose positive) laddove ci eravamo fer-mati ad osservare, ad ascoltare noistessi nella più totale normalità. Lastessa normalità che ci permette, pur-ché la si accetti, di esprimere noi stes-si con semplicità.

Non esiste un metodo vero e proprio per

esprimere la creatività, la quale nasce

e viene coltivata con un impegno

quotidiano costante

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Antonio Marciano nasce a Saronnonel 1975, dove vive e lavora. Ha

esordito ufficialmente nel 1994, espo-nendo i suoi lavori in occasione del pre-mio “Salon” presso la sala napoleonicadell’ Accademia delle Belle Arti di Brera.Dal 1994 al 2000 ha lavorato per laGalleria Bianca Pilat di Milano, con laquale ha partecipato a mostre collettive aMilano, Chicago, Toronto, Montreal.Oggi porta avanti il suo lavoro ed è pre-sidente di “Località – Associazione perl’Arte”. Il suo sito internet è: www.anto-niomarciano.com. Lo abbiamo incontra-to per fare due chiacchiere.

Come hai cominciato a lavorare?Avevo 19 anni e ho vinto un premio inAccademia, dove avevo partecipato a unaselezione fatta dal corpo docente, critici e

galleristi. Subito è cambiato il miomodo d’intendere l’arte, che fino adallora era quella che vedevo sullibro.

A quale stile fai riferimentoper le tue opere?Non saprei, non è più così

ormai nel mondo dell’arte: tu inAccademia studi i movimenti,gli stili ma ormai l’arte oggi èmolto individuale.

I tuoi lavori, cosa utilizzi ecosa rappresenti?I miei lavori assomigliano a

A R T E

DIPINGERE CON LA PLASTICA DIPINGERECON LA PLASTICA INTERVISTA AD ANTONIO MARCIANO

a cura di Edoardo Grimoldi

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A R T E

mosaici colorati vicini all’arte pop.Lavoro assemblando griglie modulariche sono la base per le composizionirealizzate con chiodini di plastica didiverso colore, quasi fossero pixel,che utilizzo per la mia ricerca sullaforma e sulla rappresentazione…Nell’ultima mostra personale “Not forchildren under 3 years” alla SpazioZero di Gallarate, la mia attenzionesi è soffermata sulla rappresentazio-ne di ritratti di persone a me caregiocando con i fondi monocromaticio decorativi… adesso la mia ricercaè rivolta allo spazio, allo studio deipieni e dei vuoti, alle rappresentazio-ni di grandi paesaggi ricoperti dineve dove l’occhio si perde in uno spa-zio finito che diventa infinito.

Adesso lavori solo con i chiodini?Prevalentemente sì. Ma anche con l’im-magine in generale, da quella fotogra-fica, a quella digitale, al disegno, alvideo.

È difficile emergere, nel mondodell’arte, per i giovani?…non è difficile emergere, è difficileaffermarsi forse… essere presenti, farel’artista come “mestiere”, essere rappre-sentati dal mercato.

Racconta: come si ottiene un

permesso per fare unamostra, anche fra privati?Bisogna fare un progetto; mostra-re il progetto al direttore delmuseo, che deve approvarlo;eventualmente mostrarlo al priva-to, altrimenti al Comune che sidomanda: “Ma questo è un pro-getto valido per la cultura?”. Nonè così semplice.

E un artista poco conosciutocome può ottenere unoccasione per mostrare leproprie opere?Bisogna lavorare molto, leggereriviste specializzate, frequentare,mostre, musei, gallerie. Esistonocentri culturali creati appositamen-

te, come la Fabbrica del vapore aMilano. Poi ci sono anche asso-ciazioni come la nostra, che ha loscopo di trattare la materia artisti-ca e dare vita a spazi per l’arte espazio ai giovani.

Questi sono proprio glisconosciuti di cui si parlava...Molte volte si ritiene che tutto ciòche è a Milano è bello e quelloche è fuori Milano è indegno.Invece non è vero. Noi puntiamosulla provincia. Ad esempio,recentemente ho preso contattocon il MAP Museo Arti Plastiche diCastiglione Olona, uno spazionotevole in cui spero di esporrepresto i miei lavori.

Parlando di musica, non si è mai sentito parlare di orchestre per i gio-vani. Tutte le orchestre normalmente sono composte da persone con

requisiti particolari, e sono basate soprattutto sulla musica classica.Questo mito si può finalmente sfatare grazie alla biondissima e simpaticissimaprofessoressa Lucia De Giorgi, ideatrice e direttore artistico della più innovati-va Orchestra Giovanile della provincia.Sempre presente ai Cerimoniali e partecipe a molti eventi sportivi,l’Orchestra, ha calcato alcuni dei teatri più importanti d’Italia, tra cui il

Teatro Ariston di Sanremo.Ma lasciamo che sia la Professoressa De Giorgi a spiegar-

vi tutto.

Professoressa De Giorgi, da cosa è nata lasua idea di creare un’orchestra giovanile?

L’orchestra è un progetto giovanile che ha comefinalità l’aggregazione fra i giovani: lo scopo è

stare bene, divertirsi e fare musica insieme.Creare un polo di attrazione, dove tutti gli

studenti della provincia di Varese si identi-fichino e prendano parte, senza pretesadi particolari livelli di competenza.

Ci sono delle selezioni per farneparte?No. Non sono previste audizioni, inquanto viene rispettato il livello dicompetenza di ciascun allievo, e leparti vengono adattate a seconda

a cura di Marilisa Menegatti

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MUSICA

ORCHESTRA GIOVANILE STUDENTESCA DELLA PROVINCIA DI VARESE

UN’OCCASIONE DA COGLIERE a suon di musica

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dell’organico disponibile: per chi ha talento, è unabella occasione per farsi scoprire.L’accesso è libero e gratuito a tutti gli studenti, dallescuole elementari alle medie, dalle superiori all’uni-versità, anche perché il progetto è dell’UfficioScolastico della provincia di Varese (exProvveditorato agli studi).

Quali generi musicali comprende ilrepertorio?Dal Rock al Pop, dal Blues al Jazz. Lavorare su pezzidi musica leggera, consente ai solisti di rielaborare leparti e, a seconda dell’organico, di sviluppare i braniin modo originale. Inoltre, per soddisfare anche i gusti del nostro pubblicoche spazia dai nonni ai bambini, scegliamo di solitoevergreen o colonne sonore, per consentire a tutti diriconoscere il pezzo.

Concerti particolarmente significativi?Tutti sono significativi e tutti hanno lasciato nel cuore deimiei ragazzi quella magia che li riporta l’indomani suibanchi di scuola ancora più caricati da un’emozioneveramente unica. Solo per citarne alcuni ricordo il 2 giu-gno, in occasione della Festa della Repubblica alCerimoniale nell’aula magna dell’Università Insubria epoi nei saloni privati di Villa Recalcati per gli illustri ospi-ti del Signor Prefetto.Il 12 settembre, la sera, nella magica cornice del Castellodi Somma Lombardo, ospiti del presidente l’Avv. Galeone,con un concerto per il decennale della Fondazione S.Vito.L’ultimo, il 26 ottobre, a Malpensa, in occasione delCerimoniale per il decennale di Malpensa, accompagnatidalla simpatia di Nicola Savino.

Ha un consiglio da dare ai futuri artisti?Più che ai futuri artisti, mi rivolgerei a tutti gli studenti,invitandoli a partecipare a quei progetti che possanocontribuire allo sviluppo sereno della loro personalità e,se possibile, condividere con altri compagni le stesseemozioni.

ORCHESTRA GIOVANILE STUDENTESCA DELLA PROVINCIA DI VARESEDirettore: Lucia De GiorgiSede: U.S.P. Varese, Via Copelli, 6 - Tel.: 0332/ 257111 - Fax: 0332/ 830516Sede Prove: Provincia di Varese, Villa RecalcatiE-mail: [email protected] - E-mail: [email protected]

Sito internet: www.varese.istruzione.lombardia.it/didattica/progetto_orchestra_giovanile/sito/index.htm

MUSICA

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MUSICA

Musica e immagini. Note e poesia. Questo è il caso in cui un paragone tra musica e poesia nonrisulterebbe bizzarro. Se in parte tale paragone è quasi immediato è altresì necessario che ci

sia un motore che lo renda effettivamente legittimo; non basta solo il linguaggio ma ci vuole qual-cuno che lo "parli". Il linguaggio più che efficace o comprensibile deve essere evocativo. Come nelleggere una poesia non basta un semplice lettore, ma è necessario un attore che la interpreti. La nostra attrice è Irene Veneziano. Se le note sono sillabe e i fraseggi musicali sono versi, alle nostreorecchie giunge un poema musicale, in cui i poeti sono i grandi Liszt e Chopin, e Irene ne è l'inter-prete che con la sua maestria dipinge tonalità ora soavi, ora cupe, ora solenni, ora sublimi e mae-stose. A noi il difficile compito di commentare due opere interpretate da Irene: La Rapsodia Spagnola diLiszt e il primo tempo del Concerto op. 11 n° 1 per pianoforte e orchestra di Chopin.Non è poi così insolito che giovani amanti del rock si avvicinino alla musica classica: quanti di noihanno iniziato la loro "carriera" studiando pianoforte oppure un altro strumento classico. Ognuno dinoi, poi, si è indirizzato verso espressioni musicali a lui più vicine. Il componimento di Liszt appare ricco di virtuosismi (caratteristica di molte sue opere) e Irene sidimostra più che all'altezza: non solo per precisione e pulizia, ma anche per la sicurezza e per ilpieno e consapevolissimo controllo con cui manovra l'esecuzione. Impeccabile anche quando affron-ta Chopin dove, non solo si dimostra tecnicamente eccezionale - dipingendo le tinte a volte romanti-che e a volte maestose della musica del compositore- ma si fonde più che abilmente con l'orchestra. Se la bellezza dell'intreccio è opera del compositore, l'abilità dell'interprete sta nel renderlo in modoefficace, facendo sposare il proprio strumento col resto dell'orchestra, divenendo un tutt'uno conessa. Qui, e non solo, la graziosa Irene dimostra un talento fuori dal comune (qualità riconosciutaunanimemente e che non siamo di certo noi a scoprire). In conclusione, vogliamo uscire dall'ambito musicale, affermando qualcosa che vuole essere nellostesso tempo un vezzo - se ci è concesso - personale, e una dimostrazione di stima ad Irene. Comelei, siamo sestesi, pertanto vogliamo esprimere di cuore il nostro orgoglio di essere compaesani diun'artista di così grande talento, in grado di esprimere tanta forza, intensità e passione, apparendonel contempo fragile e graziosa.

Questi due articoli nascono dall’idea di realizzare una recen-sione incrociata che metta a confronto due mondi musicaliapparentemente lontani: una giovane ma già affermata piani-sta di musica classica scrive di musica rock e il gruppo emer-gente che suona rock ascolta e scrive di musica classica… E’ unesperimento che ha divertito innanzitutto gli artisti coinvolti eche crediamo possa contagiare anche i lettori di IG Magazine.

La grazia di Irene

RECENSIONI INCR CIATEIRENE VENEZIANO

Irene Veneziano è nata il 5 febbraio1985. Ha iniziato a suonare il piano-forte a 9 anni. Si è diplomata nel 2005con dieci, lode e menzione a Gallarate.Nel 2008 ha conseguito il DiplomaAccademico di II livello a Milano (dieci,lode e menzione), il Diploma pressol’Accademia di Santa Cecilia di Roma(dieci e lode) e il Diploma di Musica daCamera con “Master” (menzione dimerito) a Imola. Svolge intensa attivi-tà concertistica in Italia e all’estero,anche in formazioni da camera, e haottenuto numerosissimi premi in con-corsi pianistici nazionali e internazio-nali. Il suo sito: http://irenevenezia-no.googlepages.com

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a cura di Michele Ponti e Francesco Colombo

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MUSICA

CONTINUAL DRIFT

Il gruppo rock Continual Drift nascenel 2000, anno in cui i due membrifondatori frequentavano la PrimaMedia. Il gruppo si evolve seguendoinizialmente i consigli e gli insegna-menti del prof. Bruno Angeretti, all’e-poca insegnante di musica della ScuolaMedia Bassetti di Sesto Calende.Successivamente, durante il periododel liceo, la band si arricchisce di espe-rienza grazie ai numerosi live. La for-mazione attuale è composta daMichele Ponti (voce e chitarra acusti-ca), Edoardo Besozzi (chitarra elettri-ca), Francesco Colombo (chitarra eseconde voci), Francesco Gazzi (batte-ria), Filippo Besozzi (basso). Per cono-scere meglio il gruppo: www.myspa-ce.com/continualdriftmusic

oo

o

Cinque ragazzi dai diciotto ai ventidue anni. Aria spavalda, sguardi sicuri.Aspetto di ragazzi che stanno diventando uomini. E che portano nella musi-

ca le loro emozioni di giovani pronti a buttarsi a capofitto nella vita. Sono la rock-band “Continual Drift”, che infatti significa “un vagabondare senzafine”: la tipica condizione dei giovani, eternamente in ricerca. Il gruppo si sta velocemente facendo strada nel mondo della musica: un“Myspace” con più di 270 mila visite, un forum dedicato a loro e un’agenda fit-tissima di date di concerti. Due sono le canzoni che attualmente si possono ascoltare sul loro Myspace:“When you are with me” e “Life is like a fight”. La prima è melodica, quasi “romantica”; la voce, calda e avvolgente, ci raccontadi una promessa di amore che va al di là di ogni difficoltà e lontananza. Il suoritmo cullante ci trasporta in un clima sognante, di dolce malinconia.“Life is like a fight” invece ha un ritmo accattivante ed ancora più interessante è iltesto. Vorresti solo scappare? Pensi che niente potrà cambiare?...Non piangertiaddosso! Agisci! Combatti! Solo così otterrai quel che vuoi. Perché la vita è…unalotta. Una voce espressiva, ricca, piena di personalità, sempre intonata. Batteria, bassoe chitarre di livello molto alto. In particolare sorprendenti virtuosismi alla chitarraelettrica (che a volte sembra quasi “urlare”) di Edo Beso.Il mondo della musica classica e il mondo della musica rock sembrano così distan-ti e diversi… ma quanto invece hanno in comune! Sono due facce della stessamedaglia. Il musicista, in entrambi i mondi, ha una passione viscerale per la musi-ca, necessita di costanza e impegno nello studio, è in continua ricerca di emozio-ni da provare e da donare agli altri, vive con intensità e…crede in un sogno. Spero davvero che il sogno dei CD (come si fanno chiamare) si realizzi, perchése lo meritano davvero! Quindi, ragazzi, in bocca al lupo per il nuovo album e… mi raccomando!Quando stampate le magliette con il vostro logo… ne voglio subito una!!

Vagabondare con i cd

a cura di Irene Veneziano

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CINEMA

Un po’ di giorni fa, ho avuto una piacevole chiacchie-rata con un simpatico nuovo talento della cinemato-

grafia italiana: Max Leone.Sorseggiando il mio decaffeinato, ho avuto modo di sco-prire che questo ragazzo, nato il 5 agosto 1979, in real-tà si chiama Massimo Parini, ed era insegnante di KickBoxing nella palestra Body Time di Marchirolo.

Nel 1994, guardando “Senza Tregua” di John Woo, glivenne l’ispirazione per un film tutto suo, e decise di intra-prendere la carriera del regista cinematografico. Nasce,così, il 5 Agosto 1994 Max Leone.

Il suo ultimo lavoro s’intitola: “Verso l’ignoto sole”, dovelui non è solo il regista, ma anche produttore, coreogra-fo, comparsa, operatore di riprese, montatore e costumi-sta. In pratica un talento da scoprire.Nato come cortometraggio, “Verso l’ignoto sole”, è divi-so in due promo. Il primo è stato girato in una palestra,mentre il secondo in una fabbrica abbandonata. I duepromo sono stati uniti in un solo filmato di circa 30 min.,trasformandoli così, in lungo-metraggio, in occasione dellafesta di Halloween che si ètenuta a Montalto di Castro(Viterbo) il 31 ottobre 2008,dove è stato presentato inun’anteprima esclusiva.Dopo avermi raccontatoun po’ di sé e del suo lun-gometraggio, mi sonopermessa di porgli alcu-ne domande. Vi presen-to Max Leone!

UN CAFFE’ CON MAX LEONE Conoscendo “Verso l’ignoto sole”

Sono sempre stato un fan di Van Damme,

e fin da quando ero piccolo ho sempre creato storie

che riprendevano quei contesti

a cura di Marilisa Menegatti

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Max, da cosa è nata la tua passione per ilcinema?A dire il vero, è nata spontaneamente. L’ho sempreavuta, ma l’ho scoperta soprattutto a 12 anni, guar-dando “Senza esclusione di colpi”. Sono sempre statoun fan di Van Damme, e fin da quando ero piccolo hosempre creato storie che riprendevano quei contesti.Un giorno mi sono detto: “Io l’avrei creata così quellascena”, e da quel momento è cambiata la mia vita.

E riguardo la tua passione per le arti marziali?Anche quella l’ho sempre avuta, ed è nata dal cinema.La mia specialità è la Kick Boxing, ma apprezzo moltoanche le altre discipline, in particolare la Capoera.

Parlando di “Verso l’ignoto sole”, cherapporto avevi con gli attori?A dire il vero, ho lavorato soprattutto con l’attore principa-le, che interpreta Ray, che oltretutto è un mio carissimoamico ed insegnava con me a Marchirolo. Gli altri eranopiù che altro della comparse. Ho scelto attori non profes-sionisti, e non è stato facile lavorarci, perché a volte tende-vano ad essere troppo rigidi ed era faticoso per loro trova-re l’espressione giusta per la scena.

Mi hai detto che hai recitato una parte nelsecondo promo. Che parte era e quali difficoltàhai trovato nel fare sia l’attore, che il regista?Ho interpretato il primo guardiano, un maestro di Kickboxing, con il quale Ray si scontra nella fabbrica

CINEMA

LA TRAMA

“Una notte per entrare ed uscire da una fabbrica abbandonata; poche ore prima del sorgere del sole; un amico da salvare; quattro guardiani da affrontare.

Ray, in fuga dal suo oscuro passato, è costretto a tornare indietro per riscattare la vita di Tambler, l’amico con cui è cresciuto e si è addestrato, e che l’ha aiutato, coprendone la latitanza.

Da una palestra viene condotto da Pete e dai suoi seguaci presso un’enorme costruzione, un’antica fabbrica abbandonata utilizzata dal clan per punire i traditori. Ad essi è concessa la possibilità di sopravvivere, solo se saranno capaci di attraversare il labirintico edificio, superando uno ad uno i maestri a guardia dei quattro cancelli.

Nessuno però v’è mai riuscito. Ray entra da solo nell’oscura costruzione, pronto ad affrontare il viaggio notturno per la sua sopravvivenza e per ritrovare l’amico perduto, prima che il sole sorga di nuovo all’orizzonte”.

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abbandonata. Sono anche l’unicodei guardiani con il quale scambiaqualche battuta.E’ stato molto difficile unire le duecose, perché facendo il regista,avevo responsabilità ardue, inquanto c’erano vari imbarazzidurante le riprese, avevamo solosei giorni di lavorazione e tanteinquadrature da fare, poi eravamo in pochi.L’attore, invece, deve pensare a se stesso,alla sua interpretazione. Oltretutto, nonc’era abbastanza tempo per scaldarsi, per-ché i tempi erano serrati, e così abbiamosempre girato a freddo, con dolori musco-lari un po’ ovunque a fine riprese!.

Che rapporto ha Ray con lafabbrica abbandonata?Lui brama di entrarci, per sco-prire se stesso. Ha dei rimorsiper colpa del suo passato edentro di sé si è creato unrapporto morboso con lafabbrica stessa. E’ come sequel viaggio, in quel luogocosì torvo e misterioso,rappresenti metaforica-mente il viaggio attraver-so il suo stesso io, e alla finepossa magari servire al ritrovamento di uno statodi pace interiore. Il viaggio di Ray è in realtà il viaggioche compie la maggior parte di noi. Ciascuno di noi sof-fre di sensi di colpa e persino odio verso se stesso (pos-siamo fermarci nella situazione in cui ci siamo infilati,scomoda ma che ci dà sicurezza). Oppure, propriocome il nostro protagonista, possiamo scegliere diaffrontare l’oscurità, di compiere quel viaggio, e maga-ri alla fine di riuscire a ritrovare la luce del sole…

Quante persone hanno collaborato nellarealizzazione del film?Una decina tra troupe e comparse, diciamo anche una

quindicina in tutto,considerando i 2promo. Una troupe com-posta da: attori, compar-se, una truccatrice profes-sionista, scenografi, foto-grafo, oltre ai due operatoridi camera che, nel secondopromo, giravano le scenecontemporaneamente. E’stata davvero dura perché

ottenere i permessiper girare, trovarei momenti adattialle scene e le lucigiuste in una fab-brica abbandonataè stato parecchiodifficile.

Questo è il tuolavoro più recente,

ma sappiamo che non èl’unico. Quali altri lavorihai già realizzato ed haigià un’idea per i tuoiprossimi lavori?No, non è l’unico. A parte la sce-neggiatura di “Fuochi diFerragosto”, che ho presentato aRoma nel 1998, ho creato un cor-tometraggio dal titolo: “La scelta”.

Come il titolo suggerisce, parla delle scelte di vitache si devono affrontare lungo il cammino.Per quanto riguarda il mio progetto futuro stavo pensan-do ad un tipo di film ambientato nel mondo dei combatti-menti clandestini. Crudo e realistico, ma è ancora in fasedi studio. Per ora preferisco concentrarmi alla preparazio-ne del lungometraggio di “Verso l’ignoto sole”, e dellasua trasposizione in romanzo illustrato con gli story-boards, che per ora è solo diviso in due promo. Il miosogno rimane, da sempre, quello di emergere come regi-sta, e come tutti i registi che si rispettino, sognoHollywood!

CINEMA

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In questi anni passati sul banco di scuola il merca-to del lavoro ti sarà sembrato un luogo lontano

nello spazio e nel tempo e invece eccoti qua: è arri-vato il momento di iniziare a partire verso questonuovo mondo. Sicuramente ti sarai già immaginato

svolgere una o più professioni, e magari chissà quantevolte avrai cambiato idea sul tuo futuro lavorativo!

Ora, prova a pensare alla ricerca del lavoro come sefosse l’organizzazione di un viaggio… dove andare?Cosa portare con te? Attraverso questi inserti, vogliamoaiutarti a programmare l’itinerario verso la realizzazionedei tuoi sogni professionali, ovvero darti gli strumenti e leinformazioni per conoscere il mondo del lavoro e offrirti

dei suggerimenti utili per cominciare a muo-verti in questa nuova dimensione.

Ipotizziamo alcuni step fondamen-tali… prima tappa DEFINIRE LADESTINAZIONE DEI NOSTRI

DESIDERI, in questo numero ci sof-fermeremo sulla prima mossa da com-

piere: “la pianificazione del viaggio”: comeaffacciarsi al mercato del lavoro.

E’ fondamentale avere le idee ben chiare perscegliere il posto che si intende visitare: proviamoa porci poche ma essenziali domande: “dovevoglio andare?” in quale settore, quali aziende,pubbliche o private, lavoro autonomo o dipenden-te?, “quale lavoro mi piacerebbe svolgere? cosanon vorrei mai fare?”.

ORIENTAMENTO

segue >

1A PUNTATA LA DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO LAVORATIVO

VIAGGIO NEL MONDO DEL LAVORO:

Turisti per sceltaPiccola guida per orientarsi nella scelta lavorativa

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a cura del Coordinamento IFL

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Proviamo a pensare a un mappamondo: possiamo diredi conoscere tutti i paesi? Molto probabilmente conoscere-mo solo quelli più turistici, quelli che ci incuriosiscono dipiù perché abbiamo letto un libro o visto un film, oppurequelli noti per avvenimenti particolari. Allo stesso modo delmondo del lavoro conosciamo solo alcuni aspetti, quelliche ci descrivono i media, o quelli rappresentati dagliannunci che possiamo leggere sui quotidiani o in internet.

E’ necessario, quindi,approfondire la conoscen-za della parte più nascostadel “mappamondo”, quellain cui potremmo veder rea-lizzate le nostre ambizionie, magari, reperire maggio-ri opportunità.Come in un viaggio, le destinazioni percorribili sonotante e ognuna ha le sue peculiarità, quindi per sceglie-re è indispensabile iniziare a documentarsi. Questa

seconda fase di “ricerca e docu-mentazione” richiederà tempo perraccogliere tutte le informazioni sulcontinente da esplorare (settori e pro-

fessioni), quali ad esempio: il clima(l’andamento del mercato, l’economia

del paese, la normativa), gli usi e i costu-mi (i contratti, l’azienda e la sua organizza-

zione), le persone che lo popolano (il datore dilavoro, i colleghi, i clienti, etc...) e i valori che ne

stanno alla base (capire se i propri valori corrispon-dono a quelli aziendali). Infine, per definire la metadei desideri, è necessario rapportare tutti questi ele-menti alle proprie attitudini, capacità, esigenze edaspirazioni.Per reperire tutte queste informazioni è fondamentalecreare una propria rete di contatti individuan-do persone e servizi che possono offrire risposte aituoi quesiti: forse non ci hai mai pensato ma i tuoi geni-tori, gli amici, i professori possono darti indicazioni spe-cifiche riguardo i diversi ambienti di lavoro, ma posso-no anche rivelarti degli aspetti che non conosci della tua

personalità. Grazie alprezioso sostegno dellepersone che ti stannointorno e dell’eventuale

supporto professionale da parte degli operatori di servi-zi pubblici e privati specializzati nella ricerca del lavo-ro, potrai, per esempio, conoscere più da vicino la real-tà lavorativa di tuo interesse, venire a conoscenza diopportunità lavorative “nascoste”, oppure potrannodarti nuovi spunti di riflessione su di te e sul lavoro chestai cercando. Gli operatori del mercato del lavoro, cosìcome quelli delle agenzie di viaggio, possono darti siadelle indicazioni di base nella fase di prima accoglien-za, sia predisporti dei pacchetti completi che possonocomprendere: una consulenza orientativa; l’individua-

“dove voglio andare?”E’ necessarioapprofondire

la conoscenzadella parte

più nascosta del“mappamondo”

VIAGGIO NEL MONDO DEL LAVORO:

Turisti per scelta

< segue

ORIENTAMENTO

zione di un percorso formativo finalizzato all’ampliamen-to delle conoscenze richieste in un determinato settore; unsupporto per l’inserimento lavorativo; l’aiuto per redigereil tuo Curriculum Vitae; la consultazione di banche dati etutto ciò che può servire per entrare a far parte del merca-to del lavoro.

Tutti i servizi per l’impiego sonogratuiti: sia quelli pubblici

come la rete degliInFormaLavoro e deiCentri per l’Impiegocoordinati dalla

Provincia di Varese (l’e-lenco è pubblicato sul sito:

www.provincia.va.it/lavo-ro.htm), sia quelli privati come

le Agenzie per il lavoro, leAgenzie di collocamento privato e le

Società di selezione del personale.Inoltre, la recente normativa ha esteso la

facoltà di svolgere attività di intermedia-zione tra domanda e offerta di lavoro anchead altri nuovi soggetti come: Comuni, IstitutiScolastici, Camere di Commercio,

Fondazioni, Università, etc... previa autorizzazione daparte del Ministero del Lavoro, della Salute e dellePolitiche Sociali e/o dalla Regione. Con dei validicompagni di viaggio la strada sembrerà più corta emeno tortuosa.Come abbiamo visto, quindi, sono tanti i fattori che con-

corrono alla scelta di unviaggio e/o di una pro-fessione: per aiutarti atrovare la strada giustaper te, dopo essertiposto le domande basi-lari, dovrai chiederti

com’è la tua predisposizione nell’affrontarlo: “ho spirito diadattamento?”, che in un’azienda si traduce in flessibilità,“sono una persona solare e socievole?”, quindi possovalutare l’idea di svolgere mansioni a contatto con il pub-blico? E sarò in grado di lavorare in un team?; “sono unpo’ timido?”, proverò a conoscere le professioni che mioffrono la possibilità di lavorare in autonomia.Avere una precisa consapevolezza di sé, dei propri puntidi forza e di debolezza ti aiuta sicuramente ad individua-re meglio gli ambiti di inserimento lavorativo più adattialla tua persona.E’ importante, inoltre, tener presente che nell’affrontare unpercorso verso una meta sconosciuta non mancherannoimprevisti, sfide e difficoltà; la forza per affrontare glieventuali ostacoli la si trova nella motivazione che staalla base della scelta: più sarà forte e più sarà possibilearrivare dove si vuole, così come lo scalatore che tra milleimpervie e con grandi sacrifici consegue la vetta.

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Gli operatori del mercato del lavoro, così come quelli delleagenzie di viaggio, possono darti gratuitamente sia delleindicazioni di base nella fase di prima accoglienza, siapredisporti dei pacchetti completi.

LA FORZA PER AFFRONTARE GLI EVENTUALI OSTACOLI

LA SI TROVA NELLA MOTIVAZIONECHE STA ALLA BASE DELLA SCELTA:

PIÙ SARÀ FORTE E PIÙ SARÀ POSSIBILE

ARRIVARE DOVE SI VUOLE

“Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circondacon le sue stranezze e le sue meraviglie.Scoprirlo significherà, per voi, amarlo.”

(Kahlil Gibran)

Per saperne di più consultare i seguenti siti internet: www.lavoro.gov.it

http://formalavoro.regione.lombardia.it/dg/newsite.nsf/DHTML?readform&home.htm

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ORIENTAMENTO

ESPERIENZEdi Marta Ponti & Company

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Sabato 24 Maggio, ritrovo ore 15.00alla stazione di Sesto Calende.

Eccoci qui, le ragazze del gruppo Terradi Eva pronte per questo pomeriggio aMilano. Chiara & Chiara hanno organiz-zato questa uscita per farci capire comepuò essere la giornata tipo di qualcunodiverso da noi: infatti non andiamo a fareshopping (anche se abbiamo una speran-zuccia di fare una piccola incursione daH&M), ma all’Istituto Ciechi di Milano.

Andiamo a “Dialogo nel Buio”.Alcune di noi ne hanno già sentito parla-re, ma vagamente. Un percorso al buio,completamente al buio. Qualcuna pensache, una volta abituati gli occhi, qualco-sa si vedrà...

DIALOGONEL BUIO

UN POMERIGGIO PER METTERSI

NEI PANNI DI CHI NON VEDE

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ESPERIENZE

Arriviamo per il rotto della cuffia,alle 17.30. Una signora ci fa met-tere in un armadietto le borse e cifa entrare nel percorso. C’è ancoraluce, adesso vediamo ancora!Ci dà un bastone per ciechi atesta e ci spiega come usarlo. Poici fa mettere una mano sul muro ecominciamo a camminare,seguendo il muro e muovendo ilbastone in basso per “sentire” gliostacoli. Ora siamo nel buio.Non si vede niente diniente, non è comedi notte che ci siabitua all’oscurità.Abbiamo una guida, unaragazza cieca (che paradosso!),che ci porta attraverso cinqueambienti.

Il primo è un giardino, lo si capi-sce dal terriccio su cui camminia-mo. Addirittura c’è una mucca!Tranquilli, è finta, ma è proprio unamucca? A turno ispezioniamo conla mano… sì, è una mucca…corna, pelo, coda e mammelle!Andiamo avanti…

Il secondo ambiente è… il mare.Siamo su una passeggiata e lanostra guida ci fa salire su unabarca e partiamo. Sentiamo ilvento, i gabbiani… sentiamoanche l’acqua che scorre sotto dinoi (allungando il bastone e tiran-dolo su si sente che è bagnato!).

La gita in barca è finita e ci porta-no nel terzo ambiente. E’ la casadi un ragazzo che ci offre qualco-sa. Per capire che cosa abbiamo inmano dobbiamo usare… l’olfatto.Caffè… (snif!) Anice… (ri-snif!)

Menta… (ri-ri-snif!)Poi visitiamo la casa. Quadri consoggetti a rilievo, una cartinadell’Italia in rilievo, una scritta: “l’es-senziale è invisibile agli occhi”.

Okay, ragazze… usciamo?Facciamo due passi in strada, ilquarto ambiente. Al mercato tastia-mo la frutta e la verdura, ricono-sciamo una Panda con il tatto euna moto. Andiamo a bere qual-cosa al bar? La nostra guida ciscorta fino al bancone doveordiniamo succhi di frutta eCoca Cola (ora capisco le lin-gue della pubblicità della “CocaCola Zero”!), poi ci andiamo asedere.La nostra guida ci chiede che nepensiamo di ciò che abbiamoappena vissuto.

Alcune di noi ammettono che èstato angosciante, sono troppo

abituate a “vedere” con gliocchi.Inoltre, trovarsi in alcuni

momenti senza appigli, senzache si senta qualcosa attorno a

noi, ci fa davvero molta impres-sione.

Bisogna avere una grande fiducia…

e non sempre si riesce!

Mostra ospitata nella sede dell’Istituto dei Ciechi diMilano in via Vivaio, 7. Gruppi di 8 persone, accompagnate da guide nonvedenti, compiono un viaggio di un’ora nella com-pleta oscurità. E’ inoltre possibile partecipare alle cene al buio e,

nei prossimi mesi, visitare una mostra d’arte, chepresenta la riproduzione di una ventina di capola-vori, affidandosi esclusivamente all’uso del tatto. Per informazioni e prenotazioni: 02/76394478Per le visite scolastiche: 02/77226215www.dialogonelbuio.org

DIALOGO NEL BUIO

Vedere? Per più di un’ora ci scorderemo di cosa sia la vista

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STUDIOa cura di Marco Bonaglia, Francesca Capoluongo e Luca Mastrorilli

Piazza XX Settembre, a destra, giù per le scale... inquesto luogo non molto conosciuto, Seba, il grande

capo, ci accoglie con il gran sorriso tipico di chi amaquello che fa, ed è pronto a raccontarsi e a raccontarciciò di cui si occupa e in cosa consiste la suaAssociazione.

Storia in breve ASVPL’Associazione è nata all’inizio degli anni 90, quandoun gruppo di ragazzi iscritti all’ università a Milano perstudiare a Varese si recava nella biblioteca di via Sacco.Oltre agli orari improponibili l’unica sala aperta agli stu-denti era quella principale, mentre l’altra era riservataalla consultazione dei materiali. Questi disagi sono sfo-ciati in forme di protesta, tra cui l’occupazione dellabiblioteca stessa; in seguito, nel 1992 il gruppo si èunito formando l’ASVP (Associazione Studenti di Varesee Provincia). L’Amministrazione Comunale di allora haassegnato all’Associazione la sala studio Forzinetti, pre-cedentemente adibita a deposito. L’aula, autogestitadall’Associazione di studenti, è aperta dal ’93, mentre il

Comune fornisce il riscaldamento e garantisce la presenzadi un custode (volontario retribuito). Dal 2006, quandosono stato eletto presidente, abbiamo cercato subito di raf-forzare il dialogo con il Comune e con il nuovo Sindaco,che sembra dare qualche frutto. Siamo riusciti anche adottenere l’apertura prolungata della biblioteca, che è entra-ta in vigore dal 1 dicembre. L’Associazione può guardareal futuro.

Quali sono i servizi offerti dall’Associazione?L’ accesso è libero, chi vuole si può tesserare e contribuireattivamente allo sviluppo della società (3 euro l’anno). Aitesserati è garantito l’accesso a internet, ma per questionidi organizzazione, non sono presenti i computer fissi. Sipuò usufruire di una piccola biblioteca; ci sono delle mac-chinette, il condizionatore, il freezer comunitario, gli asciu-gamani elettrici. L’Associazione organizza anche eventiculturali, cene, grigliate tra soci e non, per trasformare unsemplice luogo di studio in centro di aggregazione tra gio-vani universitari e ritrovarsi da amici anche al di fuori dellasala Forzinetti.

A.S.V.P. AULA STUDIO MA NON SOLO...DUE CHIACCHIERE CON IL PRESIDENTE SEBASTIANO FICHERA

A.S.V.P. AULA STUDIO MA NON SOLO...

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Progetti per il futuro?Da due anni collaboriamo con la società ”Impulsi creativi”,la quale ci ha offerto un progetto (verrà finanziato dalComune) di ristrutturazione con l’utilizzo di materiali riciclati,che comporterà miglioramenti estetici e tecnici all’internodella sala Forzinetti. Abbiamo chiesto come Associazioneche ci venisse destinata la Palazzina della Cultura, doveattualmente è presente l’InformaGiovani, ma dopo una seriedi controversie non l’abbiamo ottenuta; ci hanno destinatoinvece l’ultimo piano dello stabile dell’ex liceo artistico. I primidue piani saranno riservati agli uffici dei giudici di pace, men-tre l’ultimo all’InformaGiovani, all’InFormaLavoro ed allanostra Associazione. Nel tempo che intercorre fra lo sposta-mento dell’InformaGiovani da via Sacco all’ex liceo artistico,ci dislocheremo al primo piano, attualmente vuoto, dellapalazzina della cultura. A gennaio 2009 avremo a disposi-zione quindi due sale: l’attuale in piazza XX Settembre e ilprimo piano della palazzina. Quando saranno ultimati i lavo-ri di ristrutturazione ci troverete in piazza XX Settembre, la sto-rica sala Forzinetti, e all’ex Liceo Artistico.

Da chi è frequentata l’aula?Prevalentemente da studenti universitari, in buonaparte italiani ma sono parecchi anche gli stranieri:sono presenti ragazzi albanesi, libanesi, camerunensie provenienti dal Burundi. Nelle facoltà per le quali ènecessario svolgere un test d’ingresso un numero diposti è riservato a studenti stranieri, anche per questoc’è una cospicua presenza di ragazzi nati al di fuoridel nostro Paese. Siamo molto felici di come possanoarricchire, con la loro frequentazione, le risorse cultu-rali della nostra Associazione.

Mancanza di pubblicità?Stiamo lavorando al sito Internet (www.asvp.it), perrenderlo più completo e aggiornato. Cerchiamoanche ragazzi in gamba che vogliano scriverebrevi articoli e news in qualche modo collegate almondo degli studenti. Al momento il sito puòapparire poco seguito, ma abbiamo intenzione dipotenziarlo in futuro.

Tre motivi per frequentare l’aulaForzinetti?Studiare in camera è noioso e tra Internet, messengere qualche canzone la concentrazione può venir meno.Qui invece trovarsi con un gruppo di ragazzi che siimpegnano e rimangono in silenzio invoglia allo stu-dio, c’è una bella atmosfera. L’aula è anche, come hogià detto, un luogo di aggregazione. Alla solitudine sisostituisce la compagnia e, con il tempo, anche qual-che amicizia. Infine uno studente al primo anno puòessere aiutato da quelli più grandi.

STUDIO

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A volte è difficile tro-vare ripetizioni e

corsi di approfondimen-to soprattutto gratuitiper giovani studenti indifficoltà e non.Abbiamo intervistatoDonatella Martelli,professoressa delLiceo “A. Manzoni”nonché responsabi-le del progettoPortofranco diVarese, un luogodove gli studenti di Varesepossono ricevere gratuitamenteripetizioni da insegnanti volon-tari.

Come nasce Portofranco qui a Varese?Dopo il successo di Milano io edaltri 2 insegnanti abbiamo deci-so di proporre questo progettonella città di Varese, nel feb-braio del 2004. Inizialmente citrovavamo in via San VitoSilvestro, poi ci siamo trasferitiin via Merini in una sede piùgrande e accogliente. Quest’anno abbiamo raggiuntocirca 300 iscritti.

Perché il nome “Portofranco”?Perché è un luogo libero. I ragaz-zi vengono volontariamente a dif-ferenza che a scuola e anche gliinsegnanti sono volontari. L’unicacosa che si richiede è la respon-sabilità reciproca.

A chi si rivolgePortofranco?Noi aiutiamo ragazzi delle scuo-le medie superiori con difficoltàlegate allo studio ma anche stu-denti che hanno voglia di appro-fondire la loro istruzione.Organizziamo anche corsi di ita-liano per giovani stranieri.Cerchiamo il più possibile di tene-re lezioni individuali o per gruppidi 4 persone al max, per seguirecon più attenzione i nostri studen-ti. A ridosso della maturità moltiragazzi si presentano per poten-ziare la propria preparazione (Igruppi di greco e matematicaabbondano!).

Chi sono gli insegnanti?La maggior parte di noi sonodocenti, che appassionati delproprio lavoro, si mettono adisposizione degli studenti nelleore pomeridiane. Per le lezioni dimatematica abbiamo anche inge-

gneri in pensione e ciauguriamo che qual-che studente universi-tario volenteroso possaentrare a far parte delgruppo.

Quali sono i corsi più gettonati?Abbiamo corsi di matema-tica, inglese, latino, in cuici sono più iscritti. Ma cisono anche corsi di italiano,economia, greco, diritto,tedesco, chimica, etc... Pernoi deve essere lo studentead accorgersi delle proprie

lacune e rivolgersi spontanea-mente a noi. Il nostro obiettivo èrendere il ragazzo autonomonello studio.

ECCO TUTTI I CONTATTI PER POTER FISSARE

UN COLLOQUIO:

“PORTOFRANCO”Centro aiuto allo studio

per studenti delle scuole medie superiori

Via Merini, 33 angolo via Cairoli

0332/235518da Lun a Ven

dalle 14.30 alle 18.30

E-MAIL: [email protected]

Portofranco: un’ancora di salvezza per lo studioCorsi di recupero di matematica, italiano, latino e greco GRATIS?TUTTO È POSSIBILE A PORTOFRANCO

STUDIO a cura di Anna Manicone e Alex Snyder

EUROPA

Ormai il 2008 si è concluso e siamo agliinizi del 2009. Mentre tutti noi facciamo il

bilancio dell’anno appena trascorso ecco chedall’Europa arriva una notizia molto interessan-te. Infatti, il Parlamento Europeo, incontratosi aBruxelles il 23 settembre, ha supportato la pro-posta della Commissione Europea di rendere il2009 l’Anno Europeo della Creatività edell’Innovazione.

Non pensiamo come al solito che questa noti-zia non ci riguardi! Questa decisione ha loscopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sti-molando in ogni paese la ricerca e promuo-vendo approcci e iniziative creative e innova-tive in diversi settori, a tutti i livelli. E’ un’ini-ziativa trasversale, che interessa tanti settoridifferenti quali l’istruzione, la cultura, l’arte eil design, l’impresa, i media, la ricerca e lepolitiche sociali. La speranza è che tutti venga-no coinvolti!

Per raggiungere tale obiettivo si dovranno inco-raggiare le persone a sviluppare capacità ecompetenze personali, professionali, imprendi-toriali e sociali, in una serie di campi che rap-presentano la chiave per costruire una societàorientata alla conoscenza.Le iniziative proposte comprenderanno attivitàa livello europeo, nazionale, regionale o loca-le e consisteranno in: conferenze, eventi volti apromuovere il dibattito e a sensibilizzare sul-l’importanza della creatività e della capacità diinnovazione; campagne d’informazione e di

promozione per diffondere i messaggi chiave;definizione di esempi di buone pratiche e diffu-sione di informazioni sull’azione a favore dellacreatività e della capacità di innovazione; rea-lizzazione di indagini e studi.

Ogni Stato membro nominerà un coordi-natore che sarà responsabile delle attivi-tà dell’Anno a livello nazionale e regio-nale e, poiché uno degli obiettivi specifi-ci è quello di promuovere il design qualeattività creativa che contribuisca signifi-cativamente all’innovazione, l’Italiaoccupa proprio una posizionecentrale per il suo “made inItaly”. Quindi non restiamo con le mani inmano ma diamoci da fare, sperimentiamo,informiamoci perché quest’anno tocca proprioa noi, soprattutto ai giovani, sviluppare emostrare a tutti il nostro potenzialecreativo e innovativo per migliorareciò che ci circonda. Un anno di buone opportuni-tà... non credete?

365 GIORNI DI SPAZIO ALLA CREATIVITA’

a cura di Vittoria Meloni

IL 2009 SARÀ L’ANNO EUROPEO DELLA CREATIVITÀ

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SPORT

Questa vittoria è per me un grande arric-chimento sia della mia carriera sportiva

sia dal punto di vista umano. È stata veramen-te un’avventura quella alla quale ho parteci-pato, un’avventura che è iniziata tre anni facon i mondiali di Ghifu in Giappone e che siè sviluppata nel corso degli anni con i mon-diali di Eton (Inghilterra - 2006) e Monaco(2007).

La preparazione a questeOlimpiadi è stata veramen-te faticosa soprattutto nel-l’ultimo anno, durante ilquale abbiamo passatonovanta giorni di radunopresso il Centro FederaleAdaptive Rowing qui aGavirate. Nel corso dell’ul-

timo mese siamo riusciti a trovare quell’affiata-mento che ci ha permesso di conseguire unrisultato così importante. Ovviamente non

sono mancati momenti di difficoltà per me eper gli altri, ad esempio io ho dovuto perderecinque chili di peso per arrivare a cinquantachili (limite del peso del timoniere) e non pena-lizzare la barca. Per questo ho dovuto control-lare l’alimentazione e allenarmi tutti i giornicon corsa e remoergometro. I miei compagnidi barca invece erano impegnati con allena-menti in barca ed in palestra due volte al gior-no. Tutti questi sacrifici sono stati ripagati nelmigliore dei modi.

Posso dire che già il solo partecipare alleParalimpiadi è stata un’emozione indimentica-bile… l’aria di fratellanza che si percepiva nelvillaggio olimpico, la cerimonia di apertura, ilconoscere gente nuova… tutto ciò ha lasciatoun’impronta indelebile dentro di me.Rivivo ancora l’istante in cui abbiamo tagliatoil traguardo per primi e stento a credere chequel ricordo non è stato solo un sogno ma unarealtà.

L’UNICA CERTEZZA CHE AVEVO

ERA QUELLA DI SAPERE CHE IL MIO EQUIPAGGIO

ED IO AVEVAMO FATTO DEL NOSTRO MEGLIO

Il “quattro con Adaptive” categoria LTA composto da GrazianaSaccocci e Alessandro Franzetti (Canottieri Gavirate), PaolaProtopapa e Luca Agoletto (Canottieri Aniene) e Daniele Signore(Canottieri Flora) ha vinto l’oro olimpico sulle acque del ShunylRowing and Canoeing Park di Pechino, Cina.

RIVIVIAMO LA SPLENDIDA VITTORIA DEL “4 CON” RACCONTATA DAL TIMONIERE ALESSANDRO FRANZETTI

PARALIMPIADI DI PECHINO 2008...

Un’emozione straordinariamente straordinaria!

intervista ad Alessandro Franzetti

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Quando sono sceso dalla barca provavo una sensa-zione strana, quasi come se stessi sognando. In real-tà il giorno della gara mi sono svegliato già con lasensazione di aver appeso qualche cosa al collo…qualche cosa che non riuscivo a capire se fosse unamedaglia o una sconfitta. L’unica certezza che avevoera quella di sapere che il mio equipaggio ed io ave-vamo fatto del nostro meglio.

In partenza ero teso, avevo paura di commettere erro-ri, sapete, avere due non vedenti in barca che si affi-dano a te, è una grande responsabilità. Comunqueho deciso di agire giocandomi il tutto per tutto.Dopo il “GO” del giudice tutte le paure sono spari-te. A sentire i miei compagni di barca io mi sono“trasformato” in un Alessandro che sapeva il fattosuo e che a tutti i costi voleva portare il suo equi-paggio alla vittoria. Così è stato. Ho scordato ciòche ho detto durante la gara, ma sentendo i mieicompagni di barca devo aver proprio usato carat-tere e devo aver messo realmente in pratica tuttociò che avevo imparato durante la mia carriera datimoniere.

Detto questo, vorrei invitare tutte le persone normodo-tate ad abbattere quei pregiudizi che le portano adaccettare con difficoltà chi è portatore di disabilità.Vorrei sottolineare il fatto che molte volte sono proprioqueste persone “diverse” che ci danno la gioia di

vivere e che cifanno cogliere levarie sfaccettatureche la vita ci offre,non vanno conside-rati diversi, maandrebbero consi-derati normali.Penso anche che

queste persone diversamente abili molte volte si chiu-dano nel loro mondo e vedano nella loro disabilitàsolo un tunnel senza via di uscita solo perché hannopaura di essere giudicate. Io credo che la cosa piùimportante sia essere sempre se stessi, e non badarea quelle persone che giudicano solo per invidia o percattiveria.

Inoltre vorrei invitare tutte quelle persone portatrici dihandicap e non, a provare qualsiasi sport, poichécredo che questa sia la terapia migliore per viveremeglio, dimenticando per un momento le difficoltàche ognuno di noi incontra giornalmente. Speroanche che anche questa vittoria possa contribuire adincentivare e diffondere la pratica del canottaggio, unbellissimo sport, verso un numero sempre maggiore dipersone siano esse normodotate o diversamente abili,giovani e non. Infine voglio ringraziare tutti coloro,che sono tanti, che a diverso titolo, mi hanno dato lapossibilità di arrivare a questo importantissimo e indi-menticabile risultato.

IO CREDO CHE LA COSA PIÙ IMPORTANTE SIA

ESSERE SEMPRE SE STESSI, E NON BADARE

A QUELLE PERSONE CHE GIUDICANO SOLO PER

INVIDIA O PER CATTIVERIA

SPORT

a cura di Elisabetta Ranco

Come ogni anno il momento più atteso per ricevere deiregali (il Natale) è appena passato. E’ un momento

speciale per l’atmosfera di armonia e di amore che coinvol-ge ogni singola persona, tuttavia presenta ai ragazzi un pic-colo problema: come risparmiare e riciclare “con stile” iregalini che si è soliti fare ai famigliari e agli amici?Prima di tutto, se siete abituati a comprare i regali qual-che settimana prima di Natale, cercate di effettuare ivostri acquisti con un certo anticipo, per approfit-tare magari di qualche sconto e per essere sicuri di trova-re ciò che cercate.Infatti, se vi recate nei negozi all’ultimo momento, oltre arischiare di non trovare il regalo che volete comprare, viaccorgerete di un aumento dei prezzi che potrebbe esserefatale per i vostri portafogli.Se in un anno vi capita di non regalare tutti doni acquistati,cercate di conservarli per altre occasioni al fine di nonfare ulteriori compere.E’ essenziale, però, non fare regali inutili: cercate sem-pre di intuire quello che vorrebbero i vostri coetanei per evi-

tare di fare brutte figure.

Se avete pochi soldi e dovete fare un regalo agli amici, eccoun piccolo suggerimento: scambiate i regali con loro ilpomeriggio di Natale, o a Santo Stefano: questo vi per-mette di “riciclare” qualcosa che avete ricevuto e che non vipiace! Bisogna però fare molta attenzione a non farsi scopri-re da chi vi ha fatto il regalo!Se siete degli ottimi artisti non sprecate l’occasione… fateapprezzare le vostre opere ai parenti e magari anchea un vostro caro amico.Per quanto riguarda i bigliettini potete benissimo farli amano utilizzando cartoncini, penne colorate e brillanti-ni con colori natalizi. Se avete un fratello o una sorellaminore potete utilizzare la carta dei loro mega regali(sempre che non sia troppo infantile) per incartare, l’an-no seguente, i doni rivolti ai vostri parenti più intimi. Infine potete sempre contare sui negozi equo solidaliper regali che, oltre a piacere a coloro che li ricevono,aiutano anche le popolazioni dei paesi più poveri, come

per esempio l’Africa o l’America Latina, cheli creano secondo i loro tradiziona-

li strumenti di lavoro.

Che cosa regalo? Non solo a Natale

Qualche consiglio per fare buona figura senza spendere troppo …utili non solo per Natale, ma anche per la Befana, un compleanno, un anniversario...!

IDEE

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ASSOCIAZIONI

Terra di Eva: un posto/luogod’incontro in cui solo noi

ragazze possiamo scambiarciidee/opinioni sul mondo, tematichefemminili come sessualità, amore, affet-tività e problemi adolescenziali…

Ci strafoghiamo di sostanze stu-pefacenti come tisane e ciocco-

lato. E poi parliamo sotto l’effetto ditutte queste calorie. No, scherziamo!Si parla di tematiche “importan-ti” dal punto di vista di noi ragazze, siorganizzano gite e uscite al femminile,vediamo video inerenti ai temi tratta-ti… Il tutto accompagnato da the epasticcini.Oltre a parlare molto facciamo diverseattività che stimolano l’emerge-re delle idee e lo scambio tra di noi:la scrittura, il disegno, la pittura…Sinceramente mi sento più sollevata anon dover affrontare da sola un’orga-nizzazione criminale, anche di soledonne!!Forte però ‘sta cosa!!! Ma d’altrondelo cantava anche Cindy Lauper: “Girls,Just Wanna’Have Fun!”

Nome in codice: T.d.E.

L’ALTRA METÀ DEL CIELO HA TROVATO UN TETTO

a cura di Marta Ponti & Company

“Terra di Eva”, progetto di scoperta del mondo femminile adole-scenziale promosso dal Comune e dal Piano di Zona di Sesto Calende e condotto dallaCooperativa L’Aquilone. Il progetto ha previsto la costituzione di un’équipe tutta femmi-nile di educatrici. “Terra di Eva” si propone di dedicare al mondo femminile tempo e pen-siero specifico che possa permettere una scoperta e una risposta a quelli che sono i biso-gni delle adolescenti coinvolte. Infatti è condivisa la convinzione che il genere femmini-le, soprattutto in età adolescenziale, abbia bisogno e ricerchi forme di aggregazionediverse da quelle maschili. La ricaduta sul territorio di questa iniziativa sperimentale por-terà una crescente conquista di spazi e la promozione di occasioni a favore di altre ado-lescenti. Per informazioni: 0331/928180 - 340/7177186

Mi fanno una soffiata: a Sesto Calende un’organizzazione di soledonne dagli scopi non ancora ben definiti sta prendendo forma.

L’Appuntamento dei membri della organizzazione è lunedì al QuartierGenerale, ore 18.30. La sede è sotto copertura, ai più è nota come “SciClub Sesto Calende”, ma nessuno ancora conosce la Società segretache si cela dietro quell’insegna bianca e azzurra. Mi presento all’appun-tamento con la ragazza che mi ha fatto la soffiata, decisa a smaschera-re queste pseudo - “Occhi di Gatto”. Troviamo due ragazze, sono leboss, che si presentano come Chiara&Chiara. Entriamo nel Q.G.All’apparenza è tutto normale… Un tavolone, delle sedie, un divano…Ma non mi fido. Entrano delle ragazze: Athina, Camilla, Francesca,Margherita, Yasmine... OK... Forse mi sono sbagliata… Queste nonsono come le tre di “Occhi di Gatto”… Sono un po’ confusa. Chiedo aChiara&Chiara di illuminarmi un po’, voglio capire bene che cos’è que-sta cosa. Lascio perdere l’idea di fare la reporter d’assalto che sventa ipiani criminali e faccio le mie domande.

CHE COSA VUOL DIREESATTAMENTE T.d.E?

IN CHE COSA CONSISTE?

DI SOLITO CHE COSA SI FA ALLE RIUNIONI?

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a cura di Stefano CrespiVIAGGI

LOS ANGELESLOS ANGELESDall’”Agenda di viaggio” di Stefano CrespiDall’”Agenda di viaggio” di Stefano Crespi

Il mio amore per Los Angeles e laCalifornia è sempre stato grande, eprobabilmente viene da lontano…

Nel 1769, infatti, Gaspar de Portolaguidò una spedizione nellaCalifornia meridionale con i frati fran-cescani Junipero Serra e Juan Crespi.Fratel Crespi, durante questo viag-gio, individuò, lungo il fiume “ El Riode Nuestra Senora la Reina de LosAngeles de Porciuncula”, un luogoadatto per costruire una missione,dove, nel 1781, un gruppo di colo-ni messicani fondarono una piccolacittadella agricola dal nome “ElPueblo de Nuestra Senora la Reinade Los Angeles Sobre el RioPorciuncula”. La cittadina nel corsodei due secoli successivi assunse ledimensioni attuali, prendendo ilnome di Los Angeles (“El Pueblo”,ossia il centro storico, della città,rimane ben conservato assumendoanche il nome di Olvera Street).

Il mio antenato, fratel Crespi, ha quin-di scelto il sito sul quale sorge LosAngeles!!Forse è per questo che non possofare a meno di pensare a quella terraalmeno una volta al dì.Quest’ultimo Agosto, ho voluto pren-dere l’aereo e raggiungere laCalifornia. Ancora a 10.000 metri diquota, sorvolando le MontagneRocciose, ho sentito un brivido per-corrermi la schiena; quando poi all’o-rizzonte ho scorto la vastità dellaconurbazione di Los Angeles e ilriflesso del sole sulla acquedell’Oceano Pacifico ho provato lasensazione di essere a casa,nonostante l’Italia fosse lontanamigliaia di chilometri.Le emozioni vere, però, sono arrivatepian piano, a mano a mano che igiorni passavano e io mi trovavo fac-cia a faccia con le spiagge di SantaMonica, Huntington, Venice eRedondo; il pontile di Palos VerdesEstate (set cinematografico del tele-

Pubblichiamo il racconto di Stefano, che ha risposto al nostro invito pubblicato sul precedente numero di InformaGiovani Magazine

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film americano “The OC“); i canalidi New Port (contornati da centinaiadi yachts e ville milionarie); la dolcis-sima isola di Catalina (con le suespiaggette, il suo porticciolo e il suoselvaggio entroterra); il pittorescoquartiere filo-messicano di SanPedro; i travolgenti grattacieli diDown Town; i surreali scenari holly-woodiani…Durante questa mia avventura, oltrea visitare, esplorare e godere luoghie scenari stupendi e meravigliosi, hopotuto constatare come la maggiorparte della popolazione losangelia-na viva in uno stato di grandepovertà: questo il tratto che mag-giormente mi ha colpito e fattoriflettere.Ad esempio ho conosciuto uno stu-dente che riteneva cinque dollari enovanta (circa quattro euro) unacifra incredibilmente esagerata perpranzare.

Questa semplice testimonianza faben capire come la capitale cali-forniana sia città di contrapposi-zioni, al ricchissimo imprenditoresi affianca il poverissimo operaio(non esiste il ceto medio), agliesclusivi quartieri di Beverly Hillse Malibu, gli interminabili vialilungo i quali sorgono le alienantimigliaia di casette di legno, allelussuose serate di gala a

Hollywood, i crimini e i vandali-smi nella notturna Down Town. Ogni volta che intraprendo un viag-gio, non posso far a meno di osser-vare la realtà in cui mi trovo nel pro-fondo, ossia fermandomi di frontealla positività che la grande indu-stria turistica propone, ma spin-gendomi fin nel cuore delle abitu-dini, degli usi e dei costumi delluogo. Viaggiare credo significhiproprio questo: osservare dall’in-terno i popoli per rendersi piena-mente conto di quante culture esi-stano, per conoscerle, compren-

derle e imparare a rispettarle;spesso poi, scoprendo che la pro-pria cultura è quella più oscura emisteriosa. Come tutte le belle avventure,anche questa è terminata. Ha, però,lasciato dentro di me una traccia cherimarrà indelebile per sempre, per-ché esperienze del genere si portanovia piccole parti di te e ti permettonodi scoprirne altre… Sicuro che torne-rò laggiù molte altre volte ancora,non posso far altro che sognare laCalifornia e consigliarvela per ivostri viaggi.

VIAGGI

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FOTOGRAFIAdi Francesca Capoluongo e Silvia Mazzocchin

Giovedì 20 Novembre 2008 si ètenuta la premiazione del concor-

so fotografico “On the road: Giovani inviaggio nello spazio, nel tempo e nell’a-nima” lanciato dal CoordinamentoProvinciale InformaGiovani prima dell’e-state. La cerimonia si è svolta davanti a unaplatea con più di 100 concorrenti.Presenti l’Assessore al Lavoro e allePolitiche Giovanili Alessandro Fagioli, ifotografi professionisti Paolo Zanzi,Franco Canziani, il Dirigente del SettoreLavoro e Sociale Pietro La Placa, il gio-vane della Consulta StudentescaGiorgio Macchi e il direttore di IGMagazine Mauro Carabelli.

ON THE ROAD:

1a classificata JUNIOR

STEVANELLO FRANCESCA (18 anni,

Liceo Artistico Busto Arsizio)Titolo della foto:

“La traversata”

1a classificataSENIOR

BIANCHIN FRANCESCA (26 anni,

Studentessa Universitaria)Titolo della foto:

“Un viaggio da favola”

UNO SCATTO LUNGO UN VIAGGIO

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FOTOGRAFIA

Le foto finaliste sono state esposte pocoprima della premiazione nella sala prin-cipale di Villa Recalcati (sede dellaProvincia). Sei i premiati per ciascuna delle duecategorie con altrettanti buoni per viag-giare o per acquistare materiale infor-matico o fotografico. “Giovani” come ilconcorso ed entrambe “Francesche”sono le 2 ragazze prime classificate perle due categorie: Stevanello Francesca eBianchin Francesca.

Le foto dei finalisti sono visionabili sul sitowww.provincia.va.it/giovani.htm

e potrete vederle dal vivo anche in numerose manifestazioni organizzate dagli informaGiovani in giro per la provincia!!

Cos’è per te la fotografia?FS: E’ una passione che mi porto dietro daquando ero piccola anche se non mi ritengouna professionista.

Da quale idea nasce la foto che haiscelto?FS: Per la foto “La traversata” ho pensatofosse un momento da immortalare. Mi trova-

vo sul traghetto che partiva dallaSardegna. Semplicemente mi piace-va il soggetto e non è stata proget-tata prima. Lo stesso è stato per lafoto “Sognando di volare”(Vincitrice del premio della giu-ria ndr), scattata ad un cigno involo davanti al castello diNymphenburg a Monaco diBaviera.

Scatti per te o per comuni-care qualcosa?FS: Principalmente perme, dal momento che è

una mia passione esattamentecome lo è il viaggio. Ho coniugato così i miei2 interessi e ho poi pensato di proporla perquesto concorso, che è il primo a cui parteci-

po. Sono venuta a conoscenza di “On theroad” grazie ai volantini che giravano perscuola.

Cos’è per te la fotografia?FB: Anche per me è una passione, così comeil viaggio. Viaggiare per me significa “curio-sare” in giro, senza pregiudizi e “rubare”immagini dai luoghi che visito, in particolareall’estero.

Da quale idea nasce la foto che haiscelto?FB: Non è stata studiata appositamente per ilconcorso, infatti la foto risale a 2 anni fa. Mitrovavo con mia sorella e una grande amica aBruxelles, al Museo del Fumetto. Ci siamodivertite facendo moltissime foto e questa eraquella che ci piaceva di più.

Come sei venuta a conoscenza del con-corso?FB: Il mio ragazzo mi ha inviato un e-mailinformandomi del concorso. E’ il mio primoconcorso e non mi aspettavo che proprioquesta foto vincesse tra le tante che ho invia-to. Dati i buoni risultati, potrei parteciparead altri concorsi fotografici.

La parola alle vincitrici

FS: Francesca Stefvanello (JUNIOR) - FB: Francesca Bianchin (SENIOR)

INTERVISTA A FRANCESCA STEVANELLO E FRANCESCA BIANCHIN, VINCITRICI DEL CONCORSO FOTOGRAFICO PER LE CATEGORIE JUNIOR E SENIOR

Premio speciale della Giuria

STEVANELLO FRANCESCATitolo della foto:

“Sognando di volare”

Dichiarazione di avvenuta informazione circa il Trattamento dei Dati (informativa ex art. 13 D.lgs. 196/2003). Secondo la normativa indicata, tale trattamentosarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della riservatezza. I dati forniti saranno utilizzati esclusivamente per l’invio di informa-zioni del Coordinamento InformaGiovani e saranno inseriti in un database del Settore Lavoro e Sociale. Il titolare della conservazione dei dati, cui eventualmen-te far capo per esercitare i diritti, ai sensi dell’art. 7 del D.lgs 196/2003, è la Provincia di Varese - Piazza Libertà, 1 - nella persona del Presidente della Provincia.

Nome del gruppo

Numero componenti

Genere

Tre righe di presentazione

Suona: ❏ Cover ❏ Pezzi propri Demo: ❏ SI ❏ NO

❏ Ha suonato in (locali, feste, rassegne, etc...)

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