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100 tipi di contenuto per il tuo content
marketing
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IntroduzioneIl content marketing sta assumendo un peso sempre più rile-vante nei budget delle grandi aziende. Tanto per fare un esem-pio a stelle e strisce, l’88% dei marketers usa il content marketing come parte della propria strategia. Certo, il content è ovunque, ma è logica del content marketing a essere diversa dal tradizionale interruption marketing.
Il content marketing non promuove prodotti ma educa il lettore; il content marketing non parla di un brand, ma risolve problemi fornendo soluzioni utili.
Quando si sviluppa una strategia di content marketing la pian-ificazione è tutto, soprattutto per quanto riguarda il tipo di contenuto da produrre. È per questo che abbiamo deciso di pubblicare questa maxi-selezione di 100 tipi di contenuto: un lungo elenco di idee utili per riempire il proprio piano editori-ale, sorprendendo clienti, superiori o, perché no, il proprio pubblico.
Ogni tipo di contenuto è etichettato da icone rappresentati la loro caratteristica primaria: testo, visual, interazione. In aggi-unta, ogni punto di questo elenco porta con sé quello che abbiamo definito indice di difficoltà, un indicatore per capire quanto sia semplice o meno sviluppare, redigere o creare quel determinato tipo di contenuto.
Buona lettura.
3
1 2 3 4
5 6 7 8
9 10 11 12
13 14 15 16
17 18 19 20
LISTE LINK PAGES HOW-TO STEP-BY-STEPTUTORIAL
CHEAT SHEET WHITE PAPER EBOOK TEMPLATE
FREEBIE SLIDESHARE SWAY/PREZI VIDEO (EMBEDDED)
VLOG POST VISITA VIRTUALE INFOGRAFICHE MEME
GIF CARTOON FOTO ILLUSTRAZIONI
21 22 23 24
25 26 27 28
29 30 31 32
33 34 35 36
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CASE STUDY EPIC FAIL EPIC WIN OPINIONI PERSONALI
ESPERIENZE PERSONALI
BIOGRAFIE PERSONALI
INTERVISTE RECENSIONI
TRAGUARDI AZIENDALI
OBIETTIVI AZIENDALI
DO’S AND DON’TS
LANDING PAGE
NEWSLETTER MICROSITI SONDAGGI QUIZ/TEST
GIOCHI GIVEAWAY WEBINAR VIDEO TUTORIAL
41 42 43 44
45 46 47 48
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LIVE CHAT PODCAST CLASSIFICHE APP MOBILE
FATTI E STATISTICHE
CITAZIONI(TESTUALI)
CITAZIONI (VISUALI)
TWEETCON IMMAGINI
VINES PINS ARTICOLIDI BLOG
FAQ
CONFERENCE INFO
CONFERENCE REPORT
REPORT FLYER
NATIVE ADVERTISING
ADVERTORIAL CONTEST MARKETING AUTOMATION
61 62 63 64
65 66 67 68
69 70 71 72
73 74 75 76
77 78 79 80
TESTIMONIALS PREMI RIVISTE ONLINE MAGAZINE
OFFLINE MAG TEASER
LIBRI COMPARAZIONI MIND-MAPS
RASSEGNA STAMPA
PRODUCT DEMOS
TIMELINE UGC
GUEST POST WIKI GLOSSARIO GRAFICOINTERATTIVO
NEWS INSPIRATION E HACK
TREND PREVISIONI
81 82 83 84
85 86 87 88
89 90 91 92
93 94 95 96
97 98 99 100
PORTFOLIO CORSI ONLINE TOOLKIT OFFERTE DI LAVORO
GADGET PROMO/SCONTI WEEKLY ROUNDUP
TIP & TRICKS
MUST HAVE MUST FOLLOW VINTAGE/RETRÒ ESCLUSIVE
A/B TEST MAPPE MODI E METODI TOP & FLOP
RESOURCE PAGE PRICING SHEET FORUM PITCH
“Il dei marketers progetta di investire di più nel content marketing"
61%
WORDSTREAM
Una link page è, più comune-
mente, un post che fornisce
all’utente una serie di link per
scaricare risorse utili e altri mate-
riali dalla rete. Il grande vantaggio
di questo tipo di contenuto risiede
nel fatto che l’autore può, attra-
verso la sua stesura, facilmente
affermare la propria thought lead-
ership nel web e assicurarsi un
posto nell’olimpo degli esperti in
un determinato settore. Una delle
best practice più in voga adottate
per creare una link page efficace
1. LISTE prevede che i collegamenti venga-
no aggregati in gruppi di 3-10
elementi, in relazione al tipo di
argomento e di categoria del
servizio offerto o trattato dalla
risorsa scaricabile.
analiticità e specificità delle spie-
gazioni offerte. Un esempio perfet-
tamente calzante è il caso di
Wiki-How, la cui tagline recita How
to do anything o, in italiano, Come
poter fare qualsiasi cosa. Che sia
fruibile tramite un video o una guida
scritta, l’utente, passo dopo passo,
viene guidato attraverso la creazione
di una pagina web, la preparazione di
una ricetta o la costruzione di quella
casa sull’albero che tanto sognavi…
qualche anno fa.
Le liste rappresentano uno dei tipi
di contenuto più efficaci, in grado
di attirare un gran numero di
lettori, specialmente quando si
tratta di articoli di blog. Possono
essere ironiche, tecniche o sem-
plicemente oggettive, testuali o
anche visuali. Pubblicare una lista
di idee è un buon modo per veico-
lare una serie di concetti in modo
chiaro e sintetico, consentendo al
lettore di accedere facilmente alle
informazioni, agevolarne la lettura
e la memorizzazione dei contenuti.
Buzzfeed, il portale americano
online d’informazione e intratteni-
mento, ha fatto delle liste il proprio
elemento distintivo.
2. LINK PAGES
3. HOW-TO
Generalmente redatto in forma
testuale, l’how-to si presenta come
una guida generica per utenti non
del tutto inesperti, ma che hanno
già familiarità con un determinato
argomento, ma necessitano di
indicazioni supplementari per
portare a termine un compito. In
genere, però, i dettagli più specifici
e tecnici vengono tralasciati e
molto spesso il contenuto how-to
aiuta l’utente ad avere un quadro
generale sull’argomento. Alcuni
esempi: come fare un’infografica in
12 step o, più comunemente, come
coltivare un bonsai o come scrive-
re una tesi di laurea.
10
Pur appartenendo alla medesima
categoria dell’elemento preceden-
te, uno step-by-step tutorial si
differenzia dal contenuto pura-
mente how-to per il livello di
4. STEP-BY-STEPTUTORIAL
5. CHEAT SHEET
I cheat sheet sono dei brevi conte-
nuti testuali scaricabili, creati con
lo scopo di fornire al lettore un
rapido accesso a una serie di
suggerimenti e best practice. Sono
solitamente composti da una sola
pagina, possono essere fron-
te/retro e non contengono molti
elementi grafici. Sono un tipo di
contenuto semplice da assimilare
poiché in poche righe riassume
argomenti molto più ampi e comp-
lessi. Le informazioni all’interno di
un cheat sheet possono essere
veicolate a mo’ di lista, how-to o
più semplicemente attraverso una
sintesi testuale. Un esempio? Il
nostro cheat sheet su 20 A/B test
per ottimizzare la lead generation.
Decisamente più impegnativo in
fase di elaborazione, l’ebook si
aggira attorno alle 60-160 pagine
ed è lo strumento tramite il quale
poter affermare la propria thought
6. WHITE PAPER leadership in maniera decisa. Gen-
eralmente, a supporto della sua
diffusione, vengono elaborate delle
campagne di promozione apposite
per sponsorizzarne il contenuto e,
data la loro corposità, da essi si
possono ricavare altri piccoli pezzi
di contenuto da poter sfruttare
separatamente, come infografiche
o cheat sheet. Questa versione
elettronica dei normali libri carta-
cei solitamente ha una copertina
visivamente attraente dal punto di
vista grafico e contengono un
focus specifico su un determinato
argomento, proprio come una
monografia.
facilmente il layout del proprio
sito web o ebook. Il loro scopo,
come quello dei tutorial o degli
how-to, consiste nell’aiutare
l’utente a svolgere un compito in
particolare.
Spesso utilizzati per fornire infor-
mazioni tecniche particolarmente
rilevanti e settoriali, i white paper
sono il tipo di contenuto ideale per
racchiudere materiale in un form-
ato conciso, nella maggior parte
dei casi scaricabile in pdf, e dalle
spiccate caratteristiche editoriali. I
white paper sono per lo più utiliz-
zati per fare storytelling, per
aggregare case studies o eventual-
mente per educare il lettore sulle
possibili soluzioni utili per risol-
vere i problemi lavorativi di tutti i
giorni, seppur in maniera più
discorsiva rispetto a un articolo di
blog. Volendo fare un esempio,
questo stesso documento è un
white paper, frutto della raccolta
di 100 tipi di contenuto per il
content marketing, ognuno dei
quali descritti brevemente in
maniera tecnica per offrire al
lettore un quadro esaustivo
dell’oggetto di discussione. La
lunghezza ideale di un white
paper? Dalle 30 alle 50 pagine.
7. EBOOK
8. TEMPLATE
11
Sicuramente uno dei contenuti più
efficaci per costruire un database
di contatti poiché, spesso, per
poterlo scaricare l’utente si
imbatte nei cosiddetti gate, landing
page tramite il quale il lettore è
portato a fornire informazioni
personali come nome, cognome ed
email, per ricevere in cambio un
contenuto gratuito e poi, periodic-
amente, delle newsletter personal-
izzate. Spesso si tratta di template
grafici da scaricare in formato AI o
PSD, modelli di Powerpoint o
strutture parzialmente pre-
compilate per realizzare
9. FREEBIE
Il freebie rappresenta la versione
moderna e digitale del cosiddetto
campione omaggio. Si tratta, in
genere, di uno scambio: spesso, ma
non obligatoriamente, l’utente
fornisce la propria email e in
cambio riceve un contenuto di
qualità, che trasmette valore al
potenziale cliente. Diversamente
dal caso precedente, però, il free-
bie può anche essere una semplice
fotografia, uno sfondo per il pc, un
font. É un tipo di contenuto che
generalmente si colloca all’inizio di
un’esperienza e perciò al primo
contatto tra brand e utente.
Questo si trova quindi al principio
del funnel di vendita e si rivolge ai
cosiddetti contatti nel TOFU (Top
Of Funnel Users).
Slideshare permette agli utenti di
condividere online le proprie
presentazioni e slide, magari in
10. SLIDESHARE
“La maggior parte dei team
di marketing si focalizzano
nel creare contenuti
che supportano il brand e
i suoi prodotti, non tenendo
conto del fatto che
dovrebbero venire incontro
anche alle esigenze
dei consumatori”
ALEXANDRA FRIGIERI - ASSOCIATE EDITOR
11. SWAY/PREZI
Rimanendo nell’ambito delle
presentazioni, Sway, il prodotto
Microsoft, assieme a Prezi,
permettono all’utente di creare dei
contenuti dinamici e interattivi,
combinando in un unico conteni-
tore testi, immagini e video. Questi
tool non creano delle semplici
presentazioni, ma dei veri e propri
strumenti di storytelling e, a
differenza dei tradizionali Power-
Point, vengono resi fruibili online.
Con Prezi, le presentazioni abban-
donano il concetto di lettura
lineare, dato che i contenuti
vengono distribuiti su una tela
bianca all’interno della quale il
lettore può muoversi liberamente.
Le informazioni principali vengono
inserite su un livello base mentre,
volendo approfondire un determi-
nato punto, è possibile zoomare
per ottenere informazioni ulterio-
ri. Nel caso di Sway i testi e i conte-
nuti vengono combinati per creare
una presentazione in grado di
assomigliare in tutto e per tutto a
una pagina web.
13
13. VLOG POST
All’interno del variegato mondo dei
video, un vlog post altro non è che
un contenuto di un normale blog
occasione di - o subito dopo -
webinar o eventi. Sulla piattaforma
ci sono presentazioni su come
imparare a parlare in pubblico,
come mantenersi in forma tramite
esercizi fisici, fino a dati e statis-
tiche del mercato economico
globale. Le presentazioni
Slideshare possono anche essere
direttamente embeddate, cioè
incorporate, all’interno di altri
contenuti sul web, come il post di
un blog o condivise sui social a
partire da Linkedin, società propri-
etaria della piattaforma. Il
consiglio da tenere bene a mente
quando si opta per la creazione
una presentazione su Slideshare è
scegliere un argomento sul quale si
ha un’ottima preparazione e si è
degli esperti, poiché le presentazi-
oni sono a tutti gli effetti degli
strumenti attraverso i quali gli
utenti cercano di farsi un’idea
sull’autore e carpire dati e suggeri-
menti pratici: bisogna quindi avere
le conoscenze adatte per fornire
questo tipo di informazioni. Da
non sottovalutare l’aspetto grafico
di questi contenuti: l’utente vede
immediatamente la copertina della
presentazione, di conseguenza
questa dovrà essere visivamente
d’impatto e in grado di attirare
l’attenzione. Di pari passo, anche il
contenuto interno dovrà essere
presentato in ordine logico, ricor-
rendo anche all’eventuale utilizzo
di infografiche.
12. VIDEO (EMBEDDED)
I video possono essere di diversi
tipi e si differenziano in base al
contenuto, alla tecnologia utilizza-
ta, alla piattaforma tramite la quale
vengono veicolati, al target di
riferimento, al messaggio che
comunicano. Piattaforme come
YouTube, Vimeo e Dailymotion
fanno sì che sia possibile per
chiunque caricare un video all’in-
terno di aggregatori online e
incorporarlo, poi, praticamente
ovunque. Qualunque sia il tipo di
video, è fondamentale che il mes-
saggio venga comunicato in modo
sintetico e facile da memorizzare.
Un filmato realizzato nel modo
migliore può diventare un conte-
nuto fortemente persuasivo, basti
pensare che l’80% dei millennial
consulta un video prima di acquis-
tare un prodotto. É fondamentale,
quindi, prima ancora di girare una
clip, creare il copione giusto (lo
storyboard). E per quanto riguarda
il caricamento online di questo
tipo di contenuto, non tutte le
piattaforme sono uguali. Come
dire: il medium è il messaggio!
Grazie allo sviluppo delle foto-
grafie panoramiche a 360° e delle
simulazioni video, è diventato
possibile esplorare luoghi lontani
tramite i virtual tour, che consen-
tono quindi a chiunque di visitare
luoghi più o meno lontani senza
uscire dal salotto di casa. Questo
strumento interattivo offre la
possibilità di muoversi attraverso
diversi punti di osservazione,
funzionalità che agevola la visione
di spazi e dettagli con estremo
realismo. Esempi di virtual tour si
trovano spesso all’interno dei siti
web di grandi musei, luoghi religi-
osi, esposizioni, hotel, oppure di
spazi aperti come centri storici o
villaggi turistici. Non è raro che i
virtual tour contengano al loro
interno altre componenti multime-
diali come effetti audio, aree testu-
ali o musica. In genere sui siti web
dove sono presenti dei virtual tour
il tempo medio di permanenza del
visitatore è molto più lungo del
solito.
rispetto agli altri tipi di contenuto
più standard. Possiedono, dunque,
un enorme potenziale virale. Gli
elementi che compongono un’info-
grafica sono, generalmente, delle
informazioni complesse che vengono
semplificate; parole integrate a
strutture grafiche e una storyboard
interessante e coerente. Degli
esempi? Un’infografica che mostri gli
orari migliori per postare contenuti
sui social o una che illustri la
distribuzione della ricchezza nel
mondo o, perchè no, un’infografica
che spieghi come realizzare un’info-
grafica in 12 punti, come in questo
caso.
14. VISITA VIRTUALE
14
Il contenuto visuale la fa ormai da
padrone nel web e la diffusione
delle infografiche ne è una testi-
monianza. Le infografiche rappre-
sentano il tipo di contenuto ideale
per presentare dati, informazioni e
statistiche in maniera visuale, con
qualche riga di testo a completa-
mento del contenuto, rendendo
molto più semplice la loro lettura e
memorizzazione, ragion per cui
vengono visualizzate di più, condi-
vise e preferite di gran lunga
15. INFOGRAFICHE
16. MEME
Continuando a parlare di tipi di
contenuto visuale, i meme potreb-
bero in apparenza non avere alcun
valore commerciale, ma l’umoris-
mo e l’intrattanimento sono alcune
delle ragioni per cui le persone
condividono i contenuti sui social
media: sono, quindi, fortemente
virali. Se si vuole dare più carattere
a un post, i meme sono sicura-
mente la soluzione più indicata.
Sono semplici da realizzare e non
richiedono particolari abilità
grafiche. Basta infatti andare su siti
come Meme Generator o Quick
Meme: questi tool consentono di
personalizzare il testo dei meme
reso non in forma scritta, bensì
visuale. In alcuni casi nei blog i due
tipi di contenuto possono alter-
narsi per raggiungere un’audience
più ampia e variegata. In altri casi,
invece, l’intero blog può essere
costituito da soli filmati. In questo
caso i contenuti di un vlog possono
essere molto eterogenei: dai tuto-
rial su come preparare una ricetta
ai cosiddetti unboxing videos, dove
un esperto, un influencer o un
semplice insider riprende in diret-
ta il momento in cui un nuovo
prodotto viene rimosso dalla sua
conferzione per essere valutato e
recensito. Ma un vlog post può
essere anche un’intervista, un
documentario o, perché no, la
recensione di un nuovo cosmetico.
Mai sentito parlare di Clio Make
Up? Ciò di cui si ha bisogno per
realizzare un vlog sono, almeno,
una buona webcam, un buon
microfono, una discreta abilità
dialettica e la volontà di mettersi in
gioco. Tutto il resto è lavoro crea-
tivo.
cartoon, anche se non sempre si
tratta necessariamente di un
contenuto divertente. Disegnati a
mano, o elaborati in vettoriale, i
cartoon possono essere impiegati
persino nella creazione di uno
step-by-step tutorial. Anche in
questo caso abbiamo a che fare
con un tipo di contenuto forte-
mente condiviso sui social e che
spesso, all’interno dei blog, ottiene
molta più visibilità rispetto a un
normale aggiornamento testuale,
oltre ad avere una vita più lunga sul
web, generando, potenzialmente,
inbound link di valore e traffico,
soprattutto se firmati.
panti. Beh, Instagram lo sa bene!
15
20. ILLUSTRAZIONI
Per terminare la rassegna dei
contenuti visuali da impiegare
nella propria strategia di content
marketing, non potevano mancare
le illustrazioni, molto efficaci
nell’evidenziare i punti principali di
un articolo in modo originale e in
grado di attirare l’attenzione del
lettore. Non è un caso che chi
segue delle indicazioni corredate
da illustrazioni, riesce decisa-
mente meglio nel proprio intento
rispetto a coloro che seguono
istruzioni esclusivamente testuali.
Che siano meme, foto, illustrazioni
o cartoon, un dato è certo: il nostro
cervello ama i contenuti visuali!
più popolari. Bisogna prestare
attenzione, però, a non abusarne. Il
rischio è svalutare il messaggio o
l’intera linea comunicativa.
17. GIF
Così come i meme, anche le GIF
(Graphic Interchange Format)
animate sono spesso un contenuto
leggero, a carattere ironico e
potenzialmente virali. Dopo un
periodo vissuto da protagoniste
negli anni ‘90, le GIF sono state
relegate all’interno delle chat
online e dei forum, finché Tumblr
non le rese, qualche anno fa, un
contenuto alla moda, una scelta
condivisa oggi da tutti i social
media. Non solo ironia però: molto
utilizzate sul web all’interno di
banner e landing page, le GIF sono
perfette per completare i cosid-
detti contenuti demo, dal momen-
to che permettono di mostrare il
funzionamento di uno strumento o
di una nuova funzione sul proprio
sito web. Un esempio divertente?
L’eterna diatriba tra comunicatori
e marketer.
Seguendo il filone dell’humor, non
si può non fare riferimento ai
18. CARTOON
19. FOTO
Che siano immagini stock o scatti
personali, le fotografie sono ottime
per corredare un contenuto testu-
ale, come un articolo di blog. Per il
proprio brand e in ottica di corpo-
rate storytelling, le foto scattate
direttamente dall’interno di
contesti aziendali o di vita quotidi-
ana sono preferibili perché
mostrano i volti e i luoghi dove
vivono le persone che fanno parte
dell’azienda. E che dire di un
evento? Le foto permettono alle
persone di rivivere un determinato
contesto nel quale sono stati
protagonisti o anche solo parteci-
21. CASE STUDY
Il case study è il contenuto
migliore per promuovere il proprio
brand poiché spiega di cosa si
occupa l’oggetto dello studio, cosa
e come ha portato avanti una
determinata campagna e i risultati
ottenuti. I case study raccontano
storie di come un prodotto o un
brand sia riuscito ad aiutare un
cliente a risolvere i suoi problemi e
a venire incontro alle sue neces-
“Un contenuto è tutto ciò che da un valore aggiunto alla vita del lettore”
AVINASH KAUSHIK - CO-FOUNDER MARKET MOTIVE
A differenza del case study, gli epic
fail raccolgono una storia che
riguarda un insuccesso da parte di
brand noti, aziende, enti o
personaggi pubblici, che hanno
fallito nella propria attività di
comunicazione (principalmente
social, ma non solo), scatenando
reazioni negative in rete e spesso
suscitando la derisione da parte di
utenti e competitor. Gli epic fail
possono essere discussi e affronta-
ti in maniera professionale, andan-
do ad analizzare da vicino il perché
del fallimento, supportando il tutto
con tesi e statistiche, oppure,
come molti già fanno, tenere delle
vere e proprie rubriche periodiche
nelle quali raccogliere tutti gli epic
fail più divertenti e commentarli in
modo irreverente, spesso utiliz-
zando GIF e meme. Due esempi? La
pagina Facebook Social Media Epic
Fails e la rubrica #epicfail di
Valentina Spotti su TechEconomy.
sità, ragion per cui sono dei conte-
nuti che esercitano una forte
influenza sui prospect, special-
mente durante la fase di acquisto.
Quando si redige un case study, in
genere, si realizza prima un som-
mario dello studio condotto e una
sintesi dei risultati ottenuti; si
passa poi a descrivere le problem-
atiche che il cliente ha dovuto
superare e le sfide di fronte alle
quali il brand è stato posto; a
questo punto si illustra nel dettag-
lio la soluzione proposta per poi
discutere i risultati ottenuti,
dimostrandone l’efficacia. Si
termina con una conclusione e una
call-to-action. Importante: non
trasformare il case study in un
mero contenuto autoreferenziale e
promozionale! Ma per saperne di
più forse è meglio dare un’occhiata
alle 5 regole da seguire per realiz-
zare un perfetto case study.
22. EPIC FAIL
23. EPIC WIN
17
Gli epic win sono, di rimando, un
tipo di contenuto che delle storie
di successo più famose fa il suo
argomento principale. Sotto la
lente d’ingrandimento, dunque, c’è
un episodio nel quale un brand o
un individuo ha riportato un risul-
tato talmente positivo da essere
quasi considerato epico. Questo
avviene specialmente nei casi di
ottime campagne pubblicitarie o
gestione della propria immagine
pubblica in caso di crisi. C’è da dire
però come, solitamente, siano gli
epic fail a essere ricordati di più e
condivisi maggiormente.
24. OPINIONI PERSONALI
Quando scrivere contenuti ben
ponderati e pensati è la norma,
riportare la propria opinione
personale in un post potrebbe
aiutare i lettori a scoprire un
nuovo lato di chi scrive. A differen-
za dei normali articoli, quelli
contenenti opinioni personali
hanno un tono differente, più
deciso o espressivo. L’onestà è una
qualità ampiamente accettata e
ben gradita: più la propria
posizione in merito a un determi-
nato argomento viene gridata a
gran voce e con fermezza, mag-
giore sarà il numero di condivisioni
di quel determinato contenuto,
che otterrà inevitabilmente una
maggiore visibilità. I post
contenenti opinioni personali non
dovrebbero avere una cadenza
quotidiana, ma vanno dosati con
cura, onde evitare di ottenere
l’effetto contrario e alimentare
dibattiti aggressivi e non produtti-
vi, a meno che non siate un
personaggio pubblico che su
questo tipo di contenuto ha
costruito la sua immagine e la sua
linea di comunicazione.
Questo tipo di contenuto
permette a chi lo legge di conos-
cere più da vicino la persona che
gestisce un blog, un sito o più
direttamente è un personaggio
pubblico. Le biografie hanno
generalmente un carattere infor-
male, a maggior ragione se il loro
scopo è quello di entrare in confi-
denza con i lettori. Generalmente
trovano spazio nei libri o nei film,
ma volendo posizionare questo
tipo di contenuto anche online,
nulla vieta all’autore di scriverne
una seguendo una logica a episodi.
Ovviamente, anche in questo caso
vale quanto già detto per le espe-
25. ESPERIENZE PERSONALI
rienze personali: l’autore deve
necessariamente essere un
soggetto rilevante nella sfera pub-
blica: chi leggerebbe mai la biogra-
fia di uno sconosciuto?
giungere durante la discussione. Un
buon modo per raccogliere tutte le
interviste all’’interno del proprio sito
web o blog è quello di incorporarle
all’interno di podcast.
Le esperienze personali si differ-
enziano leggermente dal caso
precedente. Se nelle opinioni
l’autore è chiamato a esprimere un
suo parere su un determinato
argomento; l’esperienza personale
si focalizza per lo più sul racconto
di un evento vissuto in prima
persona dall’autore, una storia
rilevante, quindi, per l’audience alla
quale si rivolge. In ogni caso, chi
scrive dovrà essere una persona
conosciuta e preferibilmente
stimata: un influencer.
26. BIOGRAFIE PERSONALI
18
28. RECENSIONI
Ognuno ha una propria opinione
personale e quando si ha a che fare
con un buon libro, film o con un
buon prodotto in generale, un’otti-
ma idea è condividere la propria
esperienza positiva con il resto
degli utenti in rete, scrivendo delle
recensioni. Quest’ultime possono
aiutare eventuali blogger o
youtuber nell’affermare la propria
thought leadership e rafforzare la
posizione di “esperto in materia
di…”. D’altro canto, ciò implica un
costante aggiornamento da parte
di chi recensisce, che deve essere
sempre aggiornato sulle nuove
uscite.
27. INTERVISTE
Le interviste sono il tipo di conte-
nuto ideale per affermare la
propria autorità all’interno di un
determinato ambito, sia dal punto
di vista dell’intervistato (protagon-
ista in prima perosna del contenu-
to), sia per quanto riguarda
l’intervistatore, poiché è grazie alla
sua autorevolezza che l’intervista-
to ha accettato di rispondere alle
sue domande. Questo tipo di
contenuto è prezioso per
raccogliere testimonial e citazioni,
ma anche per collezionare e rice-
vere statistiche da influencer del
settore. Le interviste sono uniche
nel loro genere, poichè potenzial-
mente nessun altro possiede
quelle determinate informazioni se
non colui che ha realizzata, gener-
ando così una grande quantità di
traffico sul proprio sito. Per
condurre una buona intervista,
occorre già avere una bozza delle
domande che si andranno a fare,
lasciar rispondere l’intervistato
cercando sempre di mantenerlo
sul pezzo e discutere di questioni
interessanti che possono soprag-
I cosiddetti company goals - o
traguardi aziendali - sono spesso
rappresentati visivamente in
ordine cronologico su una time-
line, soprattutto sui corporate
website di grandi aziende o agen-
29. TRAGUARDI AZIENDALI
Ovviamente per raggiungere
determinati traguardi, occorre
prima definire con chiarezza gli
obiettivi da perseguire. Perché,
dunque, non renderli pubblici e
mostrare alla propria audience
come s’intende raggiungerli?
Definire pubblicamente gli obietti-
vi aziendali si tratta di un ottimo
modo per attirare potenziali clien-
ti che, in questo modo, avranno la
percezione di trovarsi di fronte a
un brand affidabile e credibile, con
l’intenzione di crescere e mosso da
un grande spirito innovatore.
tion, composta da: titolo, sottotitolo,
testo di supporto e conclusione. La
struttura della landing page proseg-
ue generalmente con un’immagine o
un video che mostri un’anteprima
della risorsa da scaricare; un elenco
puntato con i benefici offerti da quel
particolare contenuto; una call to
action (CTA) e una social-proof che
indichi quanto quel contenuto è
stato apprezzato dagli altri utenti e
dunque scaricato e/o condiviso. Beh,
un esempio ce l’abbiamo in casa,
come la landing page per il download
dell’infografica sulle dimensioni delle
immagini per i social media.
zie di comunicazione. In un
momento in cui lo storytelling la fa
da padrone nella comunicazione
d’impresa, diventa sempre più
determinante condividere con il
proprio pubblico di riferimento i
successi ottenuti, in modo da
rendere visibile a chiunque la
propria crescita negli anni o
dimostrare come possa essere
vantaggioso lavorare in un’azienda
simile. Si può decidere di mostrare
i traguardi aziendali all’interno di
una sezione notizie o di una land-
ing page dedicata; sui social media
o comunicarlo via email. Un esem-
pio? Il caso di WebLive.
30. OBIETTIVI AZIENDALI
31. DO’S AND DON’TS
É fondamentale affermarsi come
una fonte di conoscenza credibile
per i propri lettori: a questo prop-
osito, un elenco di consigli su cosa
fare (do’s) e cosa non fare (don’ts) è
l’ideale. I do’s and don’ts possono
essere suggerimenti su luoghi
dove viaggiare, sul proprio lavoro o
sull’abbigliamento, sullo stile di
vita, su come crescere un figlio o
più semplicemente sul fai da te.
L’importante è educare i lettori
relativamente a un argomento che
si padroneggia, dando a questi un
valore aggiunto.
19
Le landing page sono uno dei tipi
di contenuto a più alto di tasso di
conversione, in quanto spesso
offrono delle risorse gratuite
all’utente che in cambio deve
fornire il proprio indirizzo email
e/o informazioni aggiuntive come,
tra le altre cose, nome, cognome
ed eventuale azienda di riferimen-
to. Ci sono cinque elementi che
non devono mancare nel layout di
una landing page, a partire dalla
cosiddetta unique selling proposi-
tion, composta da: titolo, sottoti-
32. LANDING PAGE
33. NEWSLETTER
Le newsletter contengono notizie
e aggiornamenti sui prodotti e sul
business di un brand, sugli ultimi
articoli di un blog, sulle novità della
vita di un personaggio pubblico o
magari sugli ultimi updates legisla-
tivi di una pubblica amministrazi-
one (P.A.). Nonostante la loro
grande diffusione, non tutte le
newsletter sono efficaci per
definizione poiché esistono una
serie di fattori da considerare per
elaborarne una davvero in grado di
raggiungere i suoi obiettivi,
dall’apertura alla lettura fino a una
eventuale interazione. Tra i fattori
più determinanti c’è sicuramente
la scelta di un oggetto accatti-
“Il 90% dei marketers usa il content marketing per generale inbound leads”
GIST
Molti brand, in concomitanza con
il lancio di importanti campagne
pubblicitarie, eventi su larga scala
o promozione di nuovi servizi, si
sono serviti dei cosiddetti micros-
iti per fornire informazioni ulteri-
ori e colpire il pubblico in modo
innovativo e originale. A volte,
minisiti e portali possono essere
anche unbranded, ovvero non
contenere riferimenti di alcun tipo
al publisher (logo, nome ecc),
oppure essere affiancati da un sito
madre. Le tre regole fondamentali
per un microsito sono: ridotte
dimensioni, design accattivante e
target ben definito. Questo tipo di
contenuto rappresenta un sistema
promozionale relativamente
economico e la loro semplicità li
rende particolarmente accessibili e
rapidi da sviluppare, sebbene a
livello di sviluppo non vi siano
logiche differenti dai normali siti e
portali, per così dire, classici.
con queste domande di logica. Gli
esempi possono essere tanti e diversi
tra loro. I quiz e i test coinvolgono gli
utenti in misura ancora maggiore
rispetto ai sondaggi e la loro partico-
larità, ovvero l’effetto leva sull’espe-
rienza, o comunque sulla persona
che vi partecipa, rappresenta un plus
dal punto di vista della potenziale
viralità di questo tipo di contenuto. Il
risultato, in questo caso, è la chiave
di volta per accrescere la condivisi-
bilità - e quindi allungare la vita - del
contenuto.
vante, personalizzato e con una
call to action a mo’ di suffisso che
incuriosisca il destinatario e lo
esorti a fare il passo successivo
interagendo con la newsletter
stessa. Il contenuto al suo interno
dovrebbe essere per un 90% a
carattere educational e solo per un
10% di tipo promozionale, mentre
il design e il copy, la parte testuale,
dovrebbero essere il più possibili
minimal e semplici. In ultimo, ma
non per importanza, è importante
aggiungere un testo alternativo
alle immagini, il cosiddetto
alt-text, visibile nel caso in cui i
contenuti visivi non venissero
mostrati, così come di rendere
semplice e diretto il processo di
disiscrizione.
34. MICROSITI
35. SONDAGGI
Che vi troviate sui social media o
all’interno del vostro portale, su un
microsito o nel vostro blog, i
sondaggi sono un ottimo modo per
attirare l’attenzione - e generare la
partecipazione - degli utenti,
poiché questi sono chiamati
attivamente a prendere parte nel
processo di costruzione del conte-
nuto. Solitamente si tratta infatti di
attività limitate nel tempo (24 ore,
due giorni, una settimana), al
termine del quale gli stessi utenti
sono informati sui risultati.
21
Scopri che personaggio di Star
Wars sei; 10 domande per scoprire
la tua personalità; calcola il tuo QI
36. QUIZ / TEST
37. GIOCHI
Interattivi, emozionanti, intriganti.
I giochi sono un buon modo per
offrire all’utente un’esperienza più
ampia che, soprattutto per quanto
riguarda quei brand che offrono
prodotti tangibili ai propri clienti,
vada oltre il mero acquisto di un
prodotto e il semplice customer
caring. Dato l’investimento che
alcuni di questi richiedono, i
branded games sono piuttosto rari,
ma di fatto sono un importante
tassello all’interno di quel processo
di customer delight che garantisce
un’esperienza completa e integra-
ta.
I webinar sono un tipo di contenu-
to di alto livello, focalizzato sulla
trasmissione di informazioni da un
esperto a una serie di
utenti/lead/prospects. Molto
diffuso nell’ambiente del digitale, i
webinar durano mediamente 30
minuti e si tengono in genere
grazie al supporto di tool in grado
di gestire la trasmissione del
contenuto video in diretta, even-
tuali conversazioni in chat, nonché
la possibilità di condivisione dello
schermo dello speaker ed eventu-
ali file aggiuntivi. I webinar sono
particolarme utili, nel B2B, per
agevolare il passaggio di eventuali
prospects, all’interno del buyer’s
journey, dalla fase di awareness a
38. GIVEAWAY quella di consideration. Per realiz-
zare questo tipo di contenuto è
necessario padroneggiare alla
perfezione l’argomento che si
andrà a trattare, soprattutto nella
fase di Q&A che solitamente ne
chiude la trasmissione.
siamo di fronte a un tipo di contenu-
to molto differente dal webinar. Le
live chat vengono generalmente
organizzate da influencer o da
personaggi pubblici largamente noti.
Grazie alle nuove feature di Face-
book e Twitter, sono proprio queste
due piattaforme di social networking
che hanno fatto conoscere le live
chat al grande pubblico, sebbene si
tratti in realtà di un tipo di contenuto
pressocché sempre esistito e
comunque rivalutato già qualche
anno fa da Hangout e Google Plus. La
struttura logica di una live chat è
molto semplice: generalmente si
tratta di un Q&A, di dieci o venti
minuti al massimo, durante il quale il
protagonista risponde a una serie di
domande poste dagli utenti prima o
durante la live chat stessa.
Simili ai freebie, ma non del tutto
uguali, sono i giveaway. Questo
tipo di contenuto consiste in un
vero e proprio regalo che l’autore
fa ai propri lettori in cui, nella
maggioranza dei casi, si fa addirit-
tura a meno di richiedere all’utente
i propri contatti e le proprie infor-
mazioni personali. Spesso basta
infatti un semplice share & down-
load o magari l’aver partecipato a
un contest su Facebook o altri
social media.
39. WEBINAR
40. VIDEO TUTORIAL
Hai già intuito la differenza rispet-
to al tipo di contenuto precedente?
I video tutorial sono in genere
pre-registrati e disponibili su
social media come Facebook,
aggregatori di video come
Youtube, o magari caricati nativa-
mente sul sito web dell’autore. A
differenza del caso precedente, i
video tutorial sono caratterizzati
dalla presenza di un lavoro di edit-
ing dei contenuti di non poco
conto, che spazia dal montaggio al
voice-over. Da eventuale grafica
sovra impressa, a colonne sonore
musicali. Un esempio su tutti viene
direttamente dalla cucina: Giallo
Zafferano, ti dice niente?
22
Torniamo alla trasmissione del
video in diretta, senza montaggio
o effetti speciali, ma questa volta
41. LIVE CHAT
42. PODCAST
Audio o video, i podcast sono
contenuti pre-registrati, pubblica-
ti con cadenza regolare e strut-
turati all’interno di una logica di
informazione o di storytelling più
ampia. La natura episodica dei
podcast, tipo di contenuto tutt’al-
tro che recente a dir la verità,
rendono questo oggetto un veicolo
importante per trasmettere infor-
mazioni riguardo argomenti com-
plessi, che non troverebbero suffi-
ciente spazio se condensati in
Le dieci migliori serie tv di tutti i
tempi; i peggiori b-movie degli
anni ‘80; le 5 migliori interpretazi-
oni di Leonardo di Caprio. Con il
cinema gli esempi sono pressoc-
ché automatici, ma di fatto ogni
giorno siamo circondati da chart
che valutano e classificano gli
elementi più disparati, relativa-
mente a un contesto o a un argo-
mento. Guardando a questo white
paper potremmo anche individu-
are i 20 tipi di contenuto più
performanti nel content market-
ing. Ehi, perché non farne una
classifica?
semplice volontà di promuovere il
proprio brand in maniera innovati-
va. Le app mobile possono
assurgere agli obiettivi più
disparati e proprio per questo
rappresentano un tipo di contenu-
to versatile e totalmente personal-
izzabile. E in contesto in cui l’inno-
vazione tecnologica procede senza
sosta, la creatività è l’unico limite.
Non va dimenticato, però, che
sebbene esistano tool online più o
meno gratuiti per la progettazione,
la prototipizzazione (InvisionApp)
lo sviluppo (AppsBuilder) e la
promozione di un app mobile, per
ottenere risultati di qualità l’intero
processo richiede investimenti
(non solo economici) di un certo
peso.
nuto. Ciò che resta da capire è invece
se si tratta di dati primari, cioè
raccolti dall’autore del tipo di conte-
nuto, o se sono invece elaborazioni di
informazioni di terze parti, in questo
caso denominate in gergo statistico
dati secondari.
pochi minuti. Dai podcast sono
però nati diversi tipi di contenuto
più recenti: uno su tutti, i MOOC
che espandono il concetto di
ricorrenza dei podcast e innalzano
il livello della formazione renden-
dola di fatto superiore ai webinar e
per questo più vicina all’ambiente
accademico.
43. CLASSIFICHE
23
46. CITAZIONI(TESTUALI)
Le citazioni sono quell’accessorio
che rende un contenuto più com-
pleto, rafforza le idee esposte e,
perché no, ne aumenta la condivis-
ibilità poiché fanno leva su una
base culturale comune. Ironiche,
celebri o motivazionali, le citazioni
sono un’ottima soluzione per
promuovere un marchio senza
cadere nella trappola dell’autoref-
erenzialità. Inoltre, se le citazioni e
le frasi raccolte provengono dai
clienti, fan o follower che hanno
apprezzato particolarmente
prodotti/servizi, questo farà di
loro dei testimonial, un processo di
gratificazione sempre apprezzato
dagli utenti..
Aggregatori di informazioni, giochi
interattivi, app legate a una parti-
colare campagna di marketing o
44. APP MOBILE
45. FATTI E STATISTICHE
Che sia uno studio o una serie di
ricerche, le statistiche sono fonda-
mentali per inquadrare un deter-
minato settore, trend o fenomeno.
Le utilizzano i giornali, se ne parla
nelle università, ne vanno ghiotti i
marketer. Ma allora perché non
pensare a un tipo di contenuto
esclusivamente focalizzato sulla
presentazione di fatti e statistiche?
Grafici, tabelle e infografiche sono
poi da considerarsi elementi opzi-
onali complementari o utili al
supporto di questo tipo di conte-
Molto più popolari sul web e in
particolare sui social, le citazioni
visuali sono in genere costituite da
47. CITAZIONI (VISUALI)
DOUG KESSLER - CO-FOUNDER VELOCITY
“Il marketing tradizionale parla alle persone; il content marketing dialoga con loro”
Impossibile nasconderlo ormai:
siamo nell’era dei contenuti visuali.
Un esempio? I tweet che inclu-
dono delle immagini tendono a
ottenere il 150% in più di retweet
rispetto a quelli privi (Buffer). Da
un punto di vista prettamente di
sviluppo, inoltre, le immagini sono
molto più semplici da creare e da
pubblicare rispetto a un video e,
per di più, incorporando del testo
al loro interno, si bypassa
facil-mente il limite dei 280
caratteri. Si prestano benissimo
per sponsorizzare giochi
interattivi o altre promozioni,
per non parlare della possibilità
di rendere più accessi-bile dati
quantitativi tramite infografiche
e grafici. Il tuo tasso di
engagement ti ringrazierà.
proprie lavagne virtuali a carattere
tematico. Come entrano in gioco
nell’ambito del content marketing?
Consultando i pin più popolari, si può
trovare l’ispirazione nella fase
iniziale di brainstorming; è utile
ripinnare sulla propria bacheca
storie popolari così da rendere il
proprio contenuto rilevante e in
grado di generare buzz. Queste
stesse storie, poi, possono essere
affrontate all’interno di articoli
appositi pubblicati su un sito, in
modo da aumentare il traffico verso
di esso. Pinterest è, per di più, la
piattaforma migliore dove ricercare
infografiche di qualità che possono
dare il la alla stesura di articoli di
blog. Considerate soprattutto l’idea
di creare delle bacheche tematiche,
come già accennato in precedenza,
che suddividano il contenuto in base
alla categoria, come nel caso delle
bacheche dedicate solo ed esclusiva-
mente al fai da te o alle ricette
gastronomiche: non dovranno essere
costituite al 100% solo dal vostro
contenuto, ma anche da repin di
contenuti altrui, esattamente come il
content marketing si bilancia tra
content creation e content curation.
un’immagine di sfondo sulla quale
viene riportata una frase, anonima
o celebre, un modo di dire o un’in-
formazione riguardante una curi-
osità e anche in questo caso può
avere carattere ironico o meno. Un
tool molto prezioso e di semplice
utilizzo per creare citazioni visuali
con layout e grafiche originali, è
Canva.
48. TWEET CONIMMAGINI
49. VINES
Oltre alle immagini, nei tweet non
è raro imbattersi nei cosiddetti
vines, mini-video della durata
massima di 6 secondi, in loop,
creati con l’omonima app e condi-
visi poi su Facebook, Tumblr e,
ovviamente, Twitter. C’è chi crede
che Vine sia un prodotto esclusiva-
mente per teenager, ma si sbaglia
di grosso: la popolarità di questi
brevi video li ha resi dei prodotti
molto appetibili specialmente agli
occhi dei marketer. Ideali per
catturare l’attenzione in pochi
secondi, i vines costringono i
brand ad avere idee sempre nuove
e creative per entrare in contatto
con i loro utenti online. Un esem-
pio? ASOS ha incoraggiato i suoi
clienti a girare dei vines mentre
aprono il pacco che hanno ricevuto
(unboxing) e a condividerlo poi su
Twitter utilizzando l’hashtag
#ASOSUnbox.
25
Mai pensato di utilizzare anche i
pins all’interno di una strategia di
content marketing? Gli utenti di
Pinterest - pochi, per la verità, in
Italia - già sapranno della possibil-
ità di pubblicare sulle loro
bacheche o boards delle immagini
o video, creando delle vere e
50. PINS
51. ARTICOLI DI BLOG
Questo tipo di contenuto sarebbe
dovuto arrivare, prima o poi! Gli
articoli, o post di blog, infatti, sono
Le FAQ sono il centro di raccolta di
tutte le risposte alle domande
fatte dalla vostra audience. Un hub
informativo di natura tecnica che
generalmente riguarda i prodotti o
i servizi venduti, molto utile anche
per pubblicare contenuto testuale
ottimizzato per i motori di ricerca,
andando a individuare e a inserire
all’interno del testo i termini più
ricercati e le cosiddette
parole-chiave. L’organizzazione
corretta di una pagina dedicata
alle FAQ non è però casuale,
poiché è attraverso questo tipo di
contenuto che un pontenziale
cliente può agevolare il suo
passaggio, all’interno del buyer’s
journey, alla fase di consideration.
Pensa a un sito di e-commerce,
dove il contenuto principale è in
genere il materiale informativo sui
metodi di pagamento, le spedizioni
ed eventuali regolamenti in mate-
ria di rimborso e restituizione dei
prodotti.
spesso al centro di molte strategie
di content marketing poichè
rappresentano un modo formida-
bile per pubblicare contenuti in
maniera continuata. Gli articoli di
un blog tendono ad emergere
rispetto agli altri tipi di contenuto
più popolari e ricercati: sviluppan-
do un blog si mette a disposizione
una risorsa utile per i propri
clienti/utenti, oltre a uno stru-
mento essenziale per rinforzare il
proprio brand. Un esempio? Il
nostro blog sul digital marketing!.
Nati come diari personali, oggi i
blog sono utilizzati per comu-
nicare la vita aziendale di un brand,
le ultime novità di una P.A., le
proprie avventure e così via. Di
blogger, d’altro canto, ne è pieno il
mondo. Riuscirai ad emergere?
52. FAQ
53. CONFERENCE INFO
Le conferenze e i workshop sono
un modo eccellente per fare
networking. Per dare maggior
risalto e fornire tutte le informazi-
oni necessarie ai partecipanti, non
è insolito imbattersi in post,
immagini o eventi Facebook
appositamente creati dagli organ-
izzatori della conferenza/work-
shop, all’interno dei quali è indica-
to il luogo - con eventuale mappa
contenente le indicazioni su come
arrivare - il giorno, l’orario, even-
tuali link per la vendita dei biglietti
e, laddove possibile, per prenotare
il proprio posto e seguire l’evento
online. In genere i grandi eventi,
soprattutto se ricorrenti, sono
supportati da minisiti o portali
dedicati, eventualmente sviluppati
in maniera multilingua.
26
54. CONFERENCEREPORT
La comunicazione attorno a un
evento non si dovrebbe limitare
alla sola fase preparatoria, come
purtroppo spesso accade, ma
continua e prosegue anche quando
l’evento è terminato. Spesso chi
organizza vuole condividere con il
proprio pubblico gli ottimi risultati
ottenuti in termini visitatori, bigli-
etti venduti o follower raggiunti sui
social media. Mai letto frasi del
tipo «1.000 visitatori, 5.000 bigliet-
ti venduti, più di 2.000 tweet:
grazie»? Solitamente incorporate
all’interno di un’immagine per
rendere il post visivamente più
attraente e più facile da condivi-
dere, tutti i dati pubblicati a poste-
riori sono utili per sottolineare
l’importanza della manifestazione,
soprattutto se ricorrente, e di stra-
tegica importanza se utilizzati a
supporto di un eventuale comuni-
cato stampa conclusivo. Anche una
gallery fotografica pubblicata al
termine di una conferenza può
rappresentare un altro esempio
efficace di contenuto prodotto
attorno a un evento terminato. In
questo caso, il valore aggiunto è
dato dalla possibilità, per gli utenti,
di riconoscersi nelle foto ed even-
tualmente condividerle con il
proprio network.
Ideati per la promozione offline di
eventi o prodotti, i flyer sono
perfetti per raccogliere al loro
interno informazioni e contenuti
di facile consultazione. Che siano
dei a carattere informativo per un
centro medico o promozionale,
come quelli di un negozio, la
55. REPORT regola base per la loro realizzazi-
one è la sintesi: poco testo, accatti-
vante, leggibile, ben organizzato e
che contenga le informazioni più
importanti per il target di riferi-
mento. L’obiettivo numero uno è
distinguersi dalla concorrenza
indicando i benefici offerti ai
propri clienti e delle CTA evidenti.
Abbandoniamo i tipi di contenuto
legati a eventi dal vivo per tornare
all’ambiente digitale propriamente
detto. Preparare un report è il
modo migliore per condividere
dati e informazioni quantitative.
Questo tipo di contenuto com-
prende spesso grafici, tabelle e
testo a supporto dei dati, eventual-
mente riutilizzabile per essere
incorporato in altri formati come
le infografiche. Condividere dati e
informazioni quantitative rappre-
senta un modo molto efficace per
veicolare traffico verso un sito
web, aumentare la fiducia della
propria audience nei propri
confronti e rafforzare la propria
autorità nel settore. Fare ricerca è
un lavoro dispendioso in termini di
tempo e di risorse economiche,
per questo è particolarmente
apprezzato dagli utenti che spesso
sono alla ricerca di informazioni.
56. FLYER
57. NATIVEADVERTISINGIl punto di forza di questo tipo di
contenuto è nella sua capacità di
mimesi, ovvero l’assumere l’aspetto
dei contenuti del sito sul quale è
ospitato, risultando agli occhi del
lettore meno invadente rispetto ai
tradizionali annunci pubblicitari. A
volte un articolo diffuso via native
advertising può contenere dei
disclaimer per informare il lettore
che sta visualizzando un messag-
gio per il quale il brand ha pagato.
Molto spesso sono proprio gli
stessi brand a occuparsi della fase
di copy, di scrittura e di diffusione
del contenuto tramite logiche di
digital PR. Un esempio? Toyota ha
pagato BuzzFeed per creare un
post condivisibile che sponsoriz-
zasse la sua nuova auto ibrida,
senza, peraltro, mai citarla aperta-
mente. Un bell’esercizio di stile,
oltre che un ottimo esempio di
native advertising.
27
58. ADVERTORIAL
Dalla fusione tra i termini advertis-
ing ed editorial, nasce l’advertorial
che, così come il native advertis-
ing, è un tipo di contenuto ibrido, a
metà tra un messaggio promozi-
onale e un contenuto redazionale,
molto comune all’interno dei quo-
tidiani e delle riviste. Questi
annunci, di frequente, contengono
più testo che immagini, caratteris-
tica che li rende simili in tutto e
per tutto a un articolo classico.
Anche la componente grafica,
esattamente come lo stile tipo-
grafico del contenuto, è realizzata
in continuità con il contesto edito-
riale che la accoglie, sebbene
questa sia meno preponderante in
confronto all’aspetto testuale.
Coinvolgere il pubblico, rafforzare
la fiducia in un brand e creare
un’esperienza concreta intorno ad
esso. Come? Leggi il nome del
paragrafo: tramite un contest,
ovvio! Una gara tra utenti che, con
la promessa di un premio finale,
sono chiamati a inviare del materi-
ale UGC da loro prodotto (una
foto, un video, un disegno, ecc.),
un’idea o semplicemente a parte-
59. CONTEST
“I potenziali acquirenti non diventano tali dall’oggi al domani, ma necessitano di attenzioni costanti per costruire un rapporto di fiducia con un marchio o un’azienda”
ALESSIA SERSANTI - MARKETING DIRECTOR
Strategie (e software) di marketing
automation permettono oggi di
realizzare contenuti estrema-
mente personalizzati, perché
basati sull’esperienza e sui com-
portamenti del singolo utente.
Stiamo parlando sia dell’ormai
banale e scontato messaggio di
buon compleanno, fino all’eventu-
ale email che invita l’utente a
provare e scaricare un determina-
to contenuto alla luce di un com-
provato interesse verso un deter-
minato argomento, non espresso a
parole, ma piuttosto da esperienze
di navigazione, ricerche web e
prodotti acquistati online ben
precisi. Certo, i tool di marketing
automation richiedono grandi
conoscenze del brand e del’audi-
ence di riferimento, ma anche
capacità strategiche e… un bel
portafoglio!
mano chi non ama ricevere un
premio. Inutile dire che un premio va
inteso come un tipo di contenuto
solo nel momento in cui questo è
digitale. Difficilmente possiamo dire
che un viaggio vinto lo sia, vero? In
questo senso, un premio può essere
l’accesso esclusivo, o anticipato, a un
contenuto non ancora disponibile
per il grande pubblico; un coupon
con codice sconto per un sito di
e-commerce; un pacchetto di conte-
nuti premium e così via. Libero sfogo
alla creatività, insomma, ricordando
però che in caso di contest ci sono
delle normative ad hoc da seguire.
cipare in maniera interattiva con
un contenuto online, indipenden-
temente se questo sia presente su
un sito web, sui social media o su
un’app. E poi? Beh, a questo punto
spetta a una giuria, o magari a un
algoritmo - entrambi precedente-
mente specificati da un regola-
mento che, in alcuni casi, segue
delle normative ad hoc - decre-
tarne il vincitore.
60. MARKETINGAUTOMATION
61. TESTIMONIALS
La vicinanza di questi ultimi due
tipi di contenuto, testimonials e
marketing automation, non è
casuale. Molto spesso, infatti, per
testimonials intendiamo quei
particolari utenti, preferibilmente
influencer o comunque con un
seguito naturale, in grado di
parlare positivamente di un brand,
di un prodotto o di un servizio. È in
questo frangente che entra in
gioco il marketing automation.
Attraverso un processo di
profilazione, il marketer può
capire che tipo di utente ha di
fronte e, in base ai suoi comporta-
menti, inviare contenuti estrema-
mente personalizzati, anche per
chiedere un feedback a caldo. In
questo modo, qualora risponda
positivamente allo stimolo, l’utente
diventa di fatto un testimonial e il
marketer si troverà di fronte a un
contenuto fresco, spontaneo e
utile in ottica di web reputation.
29
Che sia frutto di un contest vinto o
di una semplice lotteria, alzi la
62. PREMI
63. RIVISTE
Digitali o cartacee che siano,
gratuite o a pagamento, le riviste
sono uno degli esempi più classici
di raccolta di diversi tipi di conte-
nuto. Possono essere di gossip, di
tecnologia, di motori, e chi più ne
ha, più ne metta. Certamente,
però, possiamo individuare degli
elementi comuni nella struttura -
copertina, informazioni editoriali,
indice, articoli, pubblicità e quarta
di copertina - e nel dietro le quinte
di una redazione-tipo, solitamente
organizzata intorno a una figura
responsabile che può, o meno,
occuparsi anche del coordinamen-
to editoriale. Per finire ci sono una
serie di figure che più da vicino si
Simile al caso precedente, l’online
magazine si caratterizza per la
presenza di un team redazionale in
grado di produrre contenuti speci-
fici su un determinato argomento.
A differenza delle riviste, però, il
magazine online non è limitato da
margini e copertine tipiche della
carta stampata (anche se in forma-
to digitale); il magazine online
offre contenuti agli utenti come
anche articoli nativi per il web,
magari strutturati secondo le
logiche di portali e blog.
leggendo un articolo di blog su un
online magazine, ci si trova di
fronte a frasi di questo tipo che
rimandano a contenuti offline,
magari in vendita nell’edicola sotto
casa? Con questo tipo di contenuto
si vuole volutamente fornire
all’utente informazioni parziali,
pubblicate online al fine di
accrescere la richiesta - e la vendi-
ta - di materiale di stampa
tradizionale. Lo sa bene il team di
Rolling Stone Italia che, ogni mese,
pubblica contenuti di questo tipo
per attirare l’attenzione sulla rivis-
ta cartacea.
più efficaci. È altrettanto vero, però,
che solo una voce autorevole può
sperare di attirare grandi quantità di
lettori, per cui anche in questo caso è
necessaria una valutazione molto
ragionata… così come la presenza di
accordi commerciali con eventuali
editori.
occupano della redazione dei
contenuti testuali, nonché
dell’eventuale creazione di materi-
ale visivo. Chiudono il cerchio la
cadenza regolare di pubblicazione
e le opportunità di monetizzazione
di cui la stampa in sé è maestra.
64. ONLINE MAGAZINE
66. LIBRI
Monografie, biografie, raccolte,
guide, racconti… dobbiamo davve-
ro parlare dei libri? La risposta è sì.
Del resto, alzi la mano chi non ha
notato il recente proliferare di libri
di cucina ad opera di influencer del
web; ultimate guide redatte dai
guru della rete; raccolte di materi-
ali già pubblicati online e ora, final-
mente, aggregati in un unico
grande contenuto. I libri sono
forse la voce che suonerà più
analogica (nonostante gli ebook) in
questa lunga lista e, nonostante si
tratti di un prodotto certamente
costoso e di difficile realizzazione
per i più, è ancora - fortunata-
mente - uno dei tipi di contenuto
30
67. COMPARAZIONI
Molto frequenti all’interno delle
recensioni di prodotti o servizi e
rese a livello grafico tramite delle
tabelle a doppia entrata, nelle quali
mettere a confronto due prodotti
sulla base di caratteristiche tecno-
logiche, prezzi, funzionalità. Nel
sito di Apple, ad esempio, la tecni-
ca del confronto viene spesso imp-
iegata dal brand per paragonare
tra loro i vari modelli dei suoi
prodotti, così da fornire al cliente
un quadro il più possibile completo
e semplice da consultare in fase di
scelta. Nel mercato pubblicitario
italiano, tuttavia, le comparazioni a
scopo commerciale e promozion-
ale sono vietate e considerate
sleali.
«Le novità più importanti del
mondo delle quattro ruote ti
aspettano in edicola!», «Scopri le
ultime news e i contenuti più
esclusivi nel nuovo numero di...».
Quante volte, in tv, o magari
65. TEASER DIMAGAZINE OFFLINE
Sono articolate, a volte colorate,
ma sicuramente logiche e funzion-
68. MIND-MAPS
La rassegna stampa ha un taglio
nettamente giornalistico, ma non
per questo è da sottovalutare in
ottica di content marketing. Un
brand raccoglie notizie che lo
riguardano direttamente o
ruotano attorno al suo settore di
riferimento e pubblica una rasseg-
na stampa per trasmettere al
proprio pubblico un’idea di autor-
evolezza e notorietà del marchio.
Allo stesso modo, fare attività di
rassegna stampa è utile alle grandi
aziende laddove l’output venga
utilizzato dal management in
ottica strategica.
intercorrono nella creazione di un
prodotto; abbiamo la possibilità di
conoscere la storia di un brand dalle
origini a oggi; studiamo le carriere
dei grandi guru per cercare di riper-
correrne i passi. Una timeline può
essere creata per i contesti più
disparati: la caratteristica fondante è
però la sua struttura lineare, poiché
basata su un susseguirsi cronologico
di eventi, dove la messa in evidenza
della data - o per lo meno l’anno di
riferimento - assume un ruolo
chiave, esattamente come una breve
intestazione che ne sottolinei
l’importanza. Elementi accessori
sono invece la presenza di un’even-
tuale descrizione testuale supple-
mentare o di un contenuto visuale a
supporto. Facciamo un esempio? Dai
un’occhiata alla storia di Polk&Union.
ali per ragionare insieme durante
un brainstorming o magari per
seguire il flusso di un discorso
lungo e complesso. Le mind-maps,
o mappe mentali per dirla all’italia-
na, altro non sono che una rappre-
sentazione grafica di un pensiero
articolato in diversi punti che, a
loro volta, possono o meno avere
delle sotto-categorie. In generale,
le mind-maps possono essere di
tipo gerarchico, quando i concetti
sono collegati da rami, oppure
associativo quando gli elementi
sono raccordati tra loro in base ad
un criterio di prossimità.
69. RASSEGNA STAMPA
70. PRODUCT DEMOS
Che siano solamente video di
presentazione o vere e proprie
dimostrazioni interattive, provare
la demo di un prodotto prima di
acquistarlo, soprattutto se si tratta
di un software, è sicuramente un
plus per il potenziale cliente.
Permettendo all’utente di esamin-
are prima il prodotto, magari con
funzioni ridotte o limiti temporali
brevi, il brand di turno può non
solo incrementare facilmente il
numero di lead raccolte, ma
soprattutto può mettere in piedi
logiche di marketing automation
con più agilità. Il problema è: come
farlo? Sono due le strade percorri-
bili: attraverso un “footage demo
video” (registrato con tool come
Active Presenter), l’utente ha la
possibilità di seguire, in un video,
le funzioni disponibili, ammirarne
il funzionamento e valutarne l’util-
ità. Con una demo interattiva,
invece, le potenzialità crescono
perché il futuro cliente può toccare
con mano ciò che si appresta a
comprare. D’altro canto, questa
scelta prevede spesso un livello di
competenza di coding più elevata.
31
Siamo nell’era dello storytelling:
sappiamo quali sono gli step che
71. TIMELINE
72. UGC
Sono gli user generated contents,
elementi di vario tipo, forma,
natura prodotti dagli utenti ed
eventualmente aggregati - tramite
i social media - per hashtag. Inutile
dire che, in questo caso, la creativ-
ità è il vero must poiché l’unico
requisito è che ogni materiale sia
originale e creato da una commu-
nity. Al content manager spetta
invece il compito di organizzare il
tutto, categorizzarlo e renderlo
disponibile agli utenti stessi, in
DEMANDMETRIC
“Il content marketing richiede mediamente il 62% in meno diinvestimenti rispetto al marketing tradizionale e genera una quantità di leads fino a tre volte superiore ”
Un po’ UGC, un po’ blog post: fare
attività di guest posting significa
redarre contenuti, per lo più
testuali, per un blog di terze parti
focalizzato su argomenti che si
conoscono e si padroneggiano e di
cui, probabilmente, si è un influ-
encer. Chiedere a un autore di fare
guest blogging significa invece
avere a disposizione un blog, un
portale o un online magazine,
all’interno del quale ospitare
contenuti di terze parti, purchè
coerenti con la linea editoriale
generale. È ovvio che difficilmente
si potrà cercare di fare guest blog-
ging se si è l’ultimo arrivato in
materia, esattamente come è
improbabile che un blogger di
successo firmi contenuti per un
portale di basso ranking. La popo-
larità è tutto!
videogioco magari? Il principio di
base è lo stesso di Wikipedia: scrit-
tura collaborativa e condivisione
delle conoscenze. Creando un sito
wiki, ci si libera facilmente della
gran parte della produzione di
contenuti, delegandola implicita-
mente ad altri e per se stessi si
riserva un ruolo più da editor, che
ha il compito di vigilare sulla qual-
ità e sull’accuratezza del materiale
postato. Uno dei casi più famosi di
wiki è stato ed è tutt’ora Lostpedia,
l’enciclopedia online sulla serie tv
Lost, prodotta e arricchita da
contenuti inviati dagli utenti della
rete.
Leggere le statistiche da un paragra-
fo è un conto; leggerle da un grafico
è tutt’altra cosa! Un momento però:
cosa succederebbe se i dati visualiz-
zati in un grafico potessero essere
manipolati dal lettore? Cosa risulter-
ebbe se l’utente avesse l’opportunità
di personalizzare la visualizzazione e
filtrare determinate informazioni
ritenute superflue? Benvenuti nel
mondo dei grafici interattivi! Non
che siano esattamente una novità in
realtà (se sei un web addicted non
avrai sicuramente dimenticato la
tecnologia Flash di Shockwave prima
e Adobe poi). Un bell’esempio in
materia, per tecnologi, è sicura-
mente Statcounter. È un tipo di
contenuto la cui fruizione è piace-
vole, ma non altrettanto semplice è la
sua realizzazione.
modo da auto-alimentare un
flusso di contenuti costantemente
fresco e aggiornato.
73. GUEST POST
33
77. NEWSCronaca bianca, nera, rosa o giudi-
ziaria. Le news possono essere di
diversi tipi, ma a tutti gli effetti si
tratta del tipo di contenuto più
giornalistico possibile. Ciò non
significa che la loro presenza sia
vietata all’interno di blog e portali,
ma è altrettanto vero che il news-
making come tipo di contenuto
porta con sé una grande eredità
giornalistica. E se fino a qualche
Chi non ha mai consultato o scritto
su un sito web wiki per trovare
informazioni su una serie tv o un
74. WIKI
75. GLOSSARIO
In caso di contenuti dalla natura
tecnica, circoscritti ad un ambito
preciso, con terminologia specifi-
ca- vedi ad esempio i portali dedi-
cati alla medicina- non è insolito
imbattersi in glossari, degli elenchi
ricchi di vocaboli con relative
definizioni, da poter consultare
come un qualunque vocabolario,
ma online. Di norma, ogni qualvol-
ta un termine viene inserito all’in-
terno di un testo, spesso contiene
un link che rimanda alla
definizione corrispondente all’in-
terno del glossario.
76. GRAFICOINTERATTIVO
analizzarne i trend la situazione si
complica. In questo caso il redat-
tore non può che trasformarsi per
un attimo in un ricercatore,
assumere gli occhi dell’osservatore
esterno e cercare di analizzare,
con cura e oggettività, ciò che vive
ogni giorno in prima persona. E
non è così semplice come si possa
pensare. Essere obiettivi e impar-
ziali è tutto: chi mai leggerebbe
un’analisi dei trend di parte o
condizionata da una visione fuorvi-
ante della realtà? Non importa
quale sia il tuo settore di appart-
enenza: ciò che conta è affidarsi a
dati concreti e fonti autorevoli,
aggiungendo un commento chiaro,
preciso e utile per l’audience di
riferimento, non per il tuo busi-
ness. Un mantra per questo tipo di
contenuto. Un caposaldo per il
content marketing.
proprio settore ancor più chiara e
definita e, perché no, una maggiore
voglia di mettersi in gioco scommet-
tendo sul futuro. Difficoltà? Tre su
tre.
anno fa ciò era prerogativa assolu-
ta dei professionisti, oggi l’infor-
mazione è invece un terreno
aperto, all’interno del quale
ognuno di noi può essere protago-
nista.
34
Nel nostro particolare indice di
complessità di creazione dei tipi di
contenuto, abbiamo assegnato al
trend un punteggio di due su tre.
Ma un conto è analizzare il
presente, tutt’altro è prevedere il
futuro. In questo caso, infatti, non
basta guardarsi intorno con occhio
critico, ma occorre avere con sé un
bagaglio di esperienza di tutto
rispetto, una conoscenza del
80. PREVISIONI
81. PORTFOLIO
Un must per i creativi, un nuovo
trend per i marketer, un hobby per
i web addicted: il portfolio è
l’insieme dei progetti e/o dei lavori
sviluppati, creati, o semplicemente
messi in piedi nel corso della
propria vita. E non importa se sia
realizzato tramite piattaforme
dedicate come Behance, Flickr o
DeviantArt, il portfolio è la voce del
suo autore: il suo biglietto da visita.
Ma esattamente come gli esperti di
risorse umane consigliano, anche
per il portfolio vale una regola
d’oro: qualità, non quantità.
78. INSPIRATIONE HACKHai presente quei blog di design
che strabordano di novità creative,
al limite dell’opera d’arte, nuove
tecniche o semplici mashup tanto
ovvi che nessuno c’ha mai pensa-
to? E che dire di quella volontà di
uscire dal coro portata avanti dal
fai-da-te? Si parla di inspiration e
hack, un tipo di contenuto cardine
per blog e portali come Abduzeedo
o Ikea Hackers. Pensandoci bene,
anche questo white paper rientra
in questa categoria! Del resto,
l’obiettivo di fondo è fornire idee e
ispirare il lettore nella produzione
di tipi di contenuto diversi dal
solito, innovativi o ai quali non si è
ancora pensato. E tu, saprai ispira-
re il tuo lettore?
Scrivere sull’ultima novità nel
proprio settore di riferimento è
semplice: ma quando si parla di
79. TREND
Diventare un thought leader,
ovvero un leader di pensiero,
significa anche essere in grado di
trasmettere conoscenza, oltre che
informazione. Oggi esistono diver-
si tipi di corsi online: dai MOOC di
stampo accademico come Cour-
sera e Uversity, fino ai portali di
e-learning professionale come
82. CORSI ONLINE
La successione corsi online -
toolkit non è casuale. Molto spesso
infatti sono proprio i team che si
occupano della formazione a real-
izzare toolkit utili alla messa in
pratica delle competenze appena
apprese. Sono tipi di contenuto
non troppo dissimili dai template
di cui abbiamo parlato in prece-
denza, ma la loro caratteristica è
l’essere, in genere, legati proprio a
corsi online organizzati in maniera
sequenziale e strutturata.
Lynda.com; dai centri di formazi-
one specializzati in un determinato
settore come Ninja Marketing, fino
ad arrivare a dipartimenti di
importanti web companies come
Hubspot, espressamente dediti alla
formazione online, gratuita o
meno, con eventuale rilascio di
certificazione riconosciuta a livello
internazionale. E che dire del
programma Google Partners, di
Hootsuite University e di Facebook
Blueprint? Il web di oggi è ricco di
corsi online che permettono a
tutti, professionisti e non, di
approfondire le proprie conoscen-
ze sui più disparati argomenti,
strumenti e best practices. Del
resto, educare è uno dei principi
fondamentali del content market-
ing: perché non metterlo in pratica
realizzando un proprio corso
online? Attenzione, però, prima di
organizzare una online school -
composta dalla successione di
decine di webinar e struttural-
mente organizzata - c’è da chied-
ersi (criticamente): ne sarò all’al-
tezza?
83. TOOLKIT
84. OFFERTE DI LAVORO
In un contesto in cui il content
marketing suggerisce di non
parlare troppo di sé stessi, del
proprio brand, dei propri prodotti
o servizi, un contenuto relativo a
un’offerta di lavoro è senza dubbio
un ottimo stratagemma per diffon-
dere la propria filosofia aziendale,
discutere del team e dell’ambiente
di lavoro che sta dietro le quinte di
un grande marchio. Pensare alle
offerte di lavoro online fa subito
accendere una lampadina: Linke-
din! Vero, ma non solo. L’offerta di
lavoro può essere condivisa su
qualsiasi social media, trasformarsi
in un blog post, in una vignetta, in
un video, in gioco interattivo alla
ricerca della posizione ideale a
seconda delle proprie competenze
e attitudini personali. A proposito,
hai controllato se c’è qualche
posizione aperta nel nostro team?
35
85. GADGET
I gadget non sono solo un ottimo
modo per gratificare un eventuale
cliente in ottica di fidelizzazione;
un gadget può anche essere un
ottimo strumento di comunicazi-
one se utilizzato correttamente,
magari se la sua ideazione, realiz-
zazione e passaggio di consegna
siano effettivamente collegate a
una strategia più ampia. Può sem-
brare strano leggere il termine
gadget e associarlo concettual-
mente a un tipo di contenuto, ma
di fatto lo è. Può assumere forme
diverse, essere impiegato nei
contesti più disparati e per gli
obiettivi più innovativi possibili. Il
gadget è un contenuto (oltre che
un tramite) nel momento in cui
porta con sé un messaggio. Magli-
ette, tazze, braccialetti… questa
lista può continuare: tu a cosa hai
pensato?
Coupon, spedizione gratis, prendi
3 e paghi 2: da sempre siamo abit-
uati ad ascoltare, guardare e
leggere pubblicità con relative
promo. Il web e l’e-commerce ne
hanno evoluto le logiche, ma le
promo e gli sconti restano una
pietra miliare dei retailer, digitali o
fisici che siano. Oggi possiamo
86. PROMO/SCONTI
“Entro il 2022, i video
82% ditutto il traffico generato dai consumatori, 15 volte in più rispetto al 2017”
CISCO
online costituiranno più dell'
Un’altra settimana volge al
termine: cos’è successo di
rilevante? C’è qualcosa che
bisogna ricordare, che ha fatto
storia o che può farne in futuro?
Un weekly roundup altro non è
che un aggiornamento settimanale
con le notizie più importanti della
settimana, relative a fatti o eventi
appena terminati. L’aggiornamen-
to può scaturire in un blog post,
una newsletter, dei contenuti
specifici per i social media. Allo
stesso modo, anche la sua
frequenza può variare, diventando
daily o monthly: dipende da te!
suggerimenti, sconosciuti ai più,
utili per ottimizzare un processo,
migliorare il proprio lavoro, o sem-
plicemente adatti per la vita di tutti
i giorni. L’argomento, come si sa,
può cambiare; il tipo di contenuto,
no. I tip & tricks non sono di certo
una novità per gli amanti delle
tecnologie: molti software, già
negli anni ‘90, facevano seguire
una serie di suggerimenti allo
splash screen, la schermata che
riportava il nome e il logo del soft-
ware durante il suo caricamento
(meccanismo di fatto ancora utiliz-
zato dalla suite di Adobe). In
genere, i tip & tricks sono redatti
sotto forma di articoli di blog,
occasionalmente a mo’ di faq, o
eventualmente inseriti, nel caso di
prodotti tangibili, nei libretti di
istruzione.
nell’utente il bisogno di acquistare
prodotti di cui, fino a un attimo
prima, non ha mai neanche percepito
la mancanza! Gadget speciali, articoli
firmati o brandizzati: i must have
altro non sono che collezioni sfoglia-
bili, esplicitate con un elenco o un
galleria, ma comunque caratterizzati
dall’alta densità di materiale visuale,
fotografico o multimediale che sia. E,
volendo strafare - e in questo caso il
nostro indice di difficoltà non può
che crescere - c’è chi ne ha fatto un
business, sviluppando community e
portali di tutto rispetto come The
Gadget Flow.
ottenere codici sconto o usufruire
di promozioni specifiche in diversi
modi: attraverso i social media,
partecipando a contest o lotterie
digitali, iscrivendoci a una news-
letter o un sito di e-commerce e
ricevere di conseguenza il conte-
nuto del coupon via sms, email,
messaggio privato tramite social.
87. WEEKLY ROUNDUP
89. MUST HAVE
Ah, quanto vorrei quel mouse
supertecnologico ed ergonomico
che ho visto online… e che dire di
quelle cuffie wireless con isola-
mento totale dal rumore esterno?
Wishlist a parte, il must have è un
tipo di contenuto dalla forma e
dall’argomento decisamente varia-
bili, ma non nel suo approccio.
Obiettivo di una galleria, di un
articolo o di una newsletter creati
in questo modo è di instillare
37
90. MUST FOLLOW
Un po’ how to, un po’ hack: per tip
& tricks, in genere, s’intende un
tipo di contenuto all’interno del
quale vengono indicati una serie di
88. TIP & TRICKS
Siamo nell’era dei social media e in
quella che gli accademici chiama-
no network society, fortemente
influenzata dal cosiddetto
networked individualism. Per dirla
in parole povere, siamo in un
momento in cui la logica di rete è
più importante che mai: per
questo, sviluppare correttamente
il proprio network seguendo le
persone giuste è quanto mai
fondamentale per la propria carri-
era, e in generale per la propria
vita. Questo tipo di contenuto ha
molto in comune con il preceden-
te, soprattutto per quanto riguarda
la struttura, sebbene in questo
caso la componente visuale
performi meglio, prendendo solita-
mente come parametro principale
l’aumento delle conversioni. Analiz-
zando i risultati e organizzandoli
correttamente è possibile stilare veri
e propri report, tipi di contenuto utili
per chi, come noi, ha ogni giorno a
che fare con la creazione e l’ottimiz-
zazione di un contenuto online. Il
report di un A/B test è particolar-
mente apprezzato tra i professionisti
e può essere costituito tanto da
contenuti testuali che visivi, com-
prendere eventuali grafici interattivi,
ampliando così il panorama delle
diverse possibilità di fruizione del
contenuto stesso.
potrebbe non essere così rilevante
come nel caso del must have. A
meno che non si parli di settori
specifici come il design. Facciamo
un esempio? Direttamente dal blog
di Polk&Union, ecco 25 artisti da
seguire su Behance!
91. VINTAGE / RÉTRO
92. ESCLUSIVE
Essere membri di un club o di un
circolo porta con sé i suoi vantaggi;
essere utenti registrati di un
portale o di un sito di e-commerce,
anche. E non importa se il il regalo
sia un freebie digitale, un coupon
utilizzabile per uno sconto, una
promo esclusiva o semplicemente
l’accesso anticipato a contenuti
non ancora resi pubblici (il cosid-
detto early access, ndr). L’esclusiva
è di per sé un tipo di contenuto
molto apprezzato, poiché si muove
sulla volontà di gratificare un
utente già di fatto attivo in una
determinata community. Ovvia-
mente, più il mittente è popolare e
generoso, tanto più potrà
accrescere il volume della base
utenti, esattamente come il loro
engagement. L’esclusiva, oltre a
essere una buona mossa di mar-
keting, diventa un tipo di contenu-
to nel momento in cui viene comu-
nicata e resa nota via web, email o
social media.
38
Per ricostruire il susseguirsi di una
serie di eventi dislocati su un terri-
torio limitato; per monitorare e
riportare in tempo reale lo stato
del traffico aereo o marittimo; per
tracciare la provenienza degli
utenti impegnati sui social media
in un determinato momento e
raggrupparli in base all’interesse
comune per un determinato hash-
tag. Grazie alle API di servizi come
Google Maps o Bing Maps e a tool
in grado di personalizzarne lo stile
anche senza conoscenze di coding
come Snazzy Maps, creare mappe
in base alle proprie esigenze e
renderle fruibili su blog e siti web è
94. MAPPE
È il pallino fisso di portali come
Buzzfeed, è un elemento ricor-
rente nei piani editoriali di Masha-
ble e Wired, è la caratteristica
fondante di profili come Classic
Pics su Twitter o la pagina Face-
book italiana Foto che hanno fatto
la storia. Il passato rappresenta la
nostra memoria e spesso genera
nostalgia, il che comporta un gran
livello di partecipazione emotiva (e
non solo) da parte dell’utente.
Redarre o pubblicare contenuti di
questo tipo non è però così sem-
plice come può sembrare: il prob-
lema numero uno è trovare infor-
mazioni che siano veritiere, ma al
tempo stesso poco note. A questo,
segue la difficoltà di raccogliere
contenuti visivi che siano rilevanti,
particolari, di buona o di ottima
risoluzione. Superati questi due
ostacoli e aggiungendo un pizzico
di sana capacità redazionale, il
risultato è un tuffo nel passato a
dir poco straordinario.
Un A/B test, o split test, mette a
confronto due diverse versioni di
uno stesso contenuto - come per
esempio una landing page, una
email o una pagina web - con l’obi-
ettivo di individuare quale dei due
93. A/B TEST
Quando c’è un procedimento di
mezzo, una serie di passaggi
necessari per il raggiungimento di
un obiettivo finale, non sempre gli
step intermedi sono uguali,
soprattutto se a metterli in pratica
sono persone diverse, provenienti
da un contesto lavorativo, cultur-
ale o di età differenti. Allora perché
non parlarne? Perché non mettere
a confronto i pro e i contro per
valutarne, a parità di efficacia, il
livello di efficienza? Scrivere e
riflettere sui metodi più disparati,
utili per raggiungere un risultato
uguale per tutti, è senz’altro funzi-
onale per agevolare l’interazione
autore-lettore ed eventualmente
stimolare la discussione intorno al
contenuto.
risiede nello sviluppo di una pagina
risorse, ma piuttosto nella costanza
di pubblicare contenuti e organiz-
zarli strategicamente.
95. MODI E METODI
97. RESOURCE PAGE
Meta-contenuto o meta-tipo di
contenuto? Difficile definire un
raccoglitore di contenuti che di
fatto può raggruppare altri aggre-
gatori. Chi è impegnato in maniera
attiva nel content marketing sa
bene che il suo mantra è educare il
lettore e non promuovere beni o
servizi. Per questo molti siti
istituzionali di aziende, per lo più
b2b, si stanno progressivamente
dotando, oltre che di un corporate
blog, anche di una pagina risorse
all’interno della quale il lettore -
aka potenziale cliente - può
rintracciare materiale propedeuti-
co alla sua vita lavorativa. La
resource page è proprio questo. La
difficoltà, in questo caso, non
39
98. PRICING SHEET
Valutare, confrontare, selezionare.
Quante volte prima di comprare un
prodotto o scegliere un servizio ci
viene in mente: «È davvero il
migliore?». Siamo abituati a
confrontare le specifiche di ogni
cosa. Ma nel momento in cui siamo
dal lato opposto della barricata,
perché non fornire ai propri lettori
un contenuto utile per scegliere
con cura l’una o l’altra opzione,
valutando però anche i costi corre-
lati alla scelta? Il pricing sheet è in
genere redatto in forma tabellare
ed elenca le diverse caratteristiche
dell’oggetto, tra le quali spicca (per
ovvi motivi) il prezzo. In genere si
tratta di contenuti fruibili online,
ma nulla vieta di pubblicarli anche
sotto forma di pdf, magari scarica-
bile attraverso un gate di accesso.
comunicativo, ecc) di una determi-
nata campagna? Ecco, i top&flop
possono racchiuderne più di uno,
risultando così un tipo di contenu-
to che funge per lo più da aggrega-
tore di altri. Una sorta di collezione
di materiale già prodotto. Un
top&flop, però, può essere appli-
cato a diversi topic: può riguardare
le migliori e le peggiori recensioni
di un prodotto; le più belle citazio-
ni di tutti i tempi e, ovviamente, le
peggiori; i trend più apprezzati di
sempre e quelli che proprio nessu-
no ha mai tollerato.
molto più semplice che in passato.
Un tipo di contenuto da valutare
per fornire ai propri utenti uno
strumento interattivo, in maniera
relativamente semplice.
96. TOP & FLOP
Hai presente gli epic fail e gli epic
win, tipi di contenuto particolar-
mente orientati alla disfatta o al
successo (commerciale, mediatico,
99. FORUM
Come le resource page, i forum
sono spazi di discussione all’inter-
no dei quali si contano due tipi di
utente: chi partecipa a una discus-
WOLFGANG JAEGEL
“Il 70%delle aziende ha raddoppiato gli sforzi in content marketing”
maggioranza dei progetti di crowd-
funding - area particolarmente
carica di esempi in questo senso -
ruota spesso intorno a un video, di
2-5 minuti circa, durante il quale
vengono messe in evidenza la reason
why del progetto o, per dirla all’ital-
iana, la bontà dell’idea. Questi video,
a loro volta, possono diventare mate-
riale utile a una campagna social su
Facebook, per una pre-roll ads su
Youtube, per un articolo di blog e
così via.
100. PITCH
Ok, hai avuto l’idea del secolo e
vuoi proporla su Kickstarter per
dare il via a una campagna di
crowdfunding o, semplicemente,
vuoi incrementare le vendite del
tuo nuovo servizio, appena messo
a punto e pronto per il mercato:
come fare? Semplice, con una
pitch! Per pitch, in genere, si
intende la presentazione lampo
che il businessman mette in scena
in presenza di un superiore o di un
potenziale cliente per convincerlo
in qualche maniera. E tutto ciò in
breve tempo. Per rendere questo
processo indipendente dalla
presenza fisica di un presentatore
e quindi condivisibile online, la
41
sione, chi si occupa di moderarla.
Sembrerà strano, ma i forum sono
un tipo di contenuto molto utile in
una strategia di content marketing
poiché svolgono funzioni molto
differenti: dall’informare una com-
munity attiva, all’educare l’utente
occasionale che passa di lì per
caso; dal raccogliere esperienze
personali di clienti, fino alla messa
a disposizione di uno spazio di
Q&A per potenziali tali. Il primo
forum, basato su sistema EIES
System, ha compiuto 40 anni nel
2016. Eppure, siamo ancora qui a
parlarne.
ConclusioneSviluppare una strategia di content marketing, come avrai capito, non è semplice. Questo stesso white paper, realizzato dal content marketing team di Polk&Union, è frutto del lavoro di diversi professionisti ed è stato prodotto nell’arco di diverse settimane.
La redazione di un contenuto come questo non può essere lasciata al caso, ma piuttosto deve seguire step ben precisi. Tra questi c’è anche la scelta del tipo di contenuto più adatto per il raggiungimento di un obiettivo di marketing.
Di tipi di contenuto, finora, ne abbiamo elencati 100: alcuni saranno apparsi scontati, altri sicuramente meno. L’impiego di una tipologia di contenuti così vasta non è solo un esercizio di stile, ma va invece interpretato come un passaggio fondamen-tale all’interno del processo strategico che porta alla stesura di un piano editoriale.
Non è un processo semplice, ma speriamo che questo white paper possa esserti davvero d’aiuto. Ora è il tuo turno.
Buon lavoro.
42
FOLLOW US
Via Novara, 2 - 00198 RomaT (+39) 06 89 71 86 04
Chi siamoPolk&Union è un’agenzia di Interactive Content e Digital Marketing nata San Francisco nel 2007 e presente in Italia dal 2011. Dal 2019 e’ anche presente in USA, con una nuova sede a Seattle, WA. Polk&Union crea progetti di comunicazione mettendo il pensiero strategico al primo posto. Ogni progetto è integrato in tutte le fasi: analisi strategica, ideazione, sviluppo creativo, content management, realizzazione e produzione esecutiva.
Lavoriamo al fianco di realtà nazionali ed internazionali del calibro di FIGC, SACE, Sapienza Università di Roma, il Vaticano, Coop, INAIL, oltre ad essere ben posizionati nella industry del Pharma, grazie anche all’esperienza pluriennale con Pfizer Italia. Negli anni passati, clienti come CartaSi, Autostrade, Francesco Totti, e molti altri ci hanno affidato la loro comunicazione integrandola con lo Sviluppo Web & Data, Interactive Content, Digital Marketing e Web Intelligence. Crediamo nell’Innovazione, nel Progresso e nella Crescita dei nostri clienti che continuano ad affidarci progetti e sfide sempre piu’ grandi.
Il nostro motto? Work Hard, Play Harder!
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