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8/10/2015 Mirko Pedrotti Quintet: MPQ http://www.allaboutjazz.com/mpq-mirko-pedrotti-quintet-autoprodotto-review-by-giuseppe-segala.php 1/3 By Published: October 7, 2015 in Italian | 128 views Mirko Pedrotti, vibrafonista, percussionista e compositore trentino, giunge con questo lavoro al secondo CD a proprio nome, alla guida del quintetto che con lo stesso organico (più qualche ospite, tra cui Saverio Tasca) pubblicò nel 2013 Kimèra. Unica variante, la sostituzione del pianista di allora Luca Poletti con Luca Olzer, che qui compare alle tastiere Rhodes e al sintetizzatore. Artista duttile e poliedrico, Pedrotti abbina l'attività nel campo del jazz a quella nella musica classica, con collaborazioni tra l'altro nelle orchestre della Scala, dell'Arena di Verona, dei Pomeriggi Musicali. In concomitanza con la registrazione del primo disco, il quintetto vinse il primo premio al Barga Jazz Contest (a pari merito con il trio siciliano Urban Fabula) e si piazzò secondo al concorso di Baronissi, in Campania. Se nel primo lavoro erano evidenti e dichiarate le influenze compositive di Dave Holland e Chris Potter, in un ventaglio di stimoli che delineava la ricerca di una propria dimensione, ora l'orientamento si focalizza con maggiore decisione ed efficacia su alcuni parametri: un suono di gruppo ben definito, che sonda impasti tra suoni acustici ed elettrificati; un apporto ritmico robusto e duttile condotto dall'accoppiata di Michele Bazzanella al basso elettrico e Matteo Giordani alla batteria; miscele di timbri dense e variegate del vibrafono, delle tastiere e del sax alto di Lorenzo Sighel. Il tutto trova un equilibrio dinamico ben controllato sotto il punto di vista compositivo ed espressivo, che trae vantaggio anche dal lavoro egregio del tecnico del suono Ivan Benvenuti, per un certo verso il sesto componente del gruppo. Uno scenario che secondo gli stessi protagonisti si ispira a Portishead e Nine Inch Nails, ma che richiama pure contesti storici del rock jazz e del rock progressive, e secondo noi contiene più di un elemento (timbrico, compositivo, espressivo) che evoca l'associazione con l'esperienza del Perigeo. Il tutto in modo originale e fresco, valorizzando le coordinate compositive già tracciate in precedenza dalle composizioni di Pedrotti, tra le quali si infila un brano di Saverio Tasca, "Hippies": scansioni metriche irregolari, sulle quali i temi si appoggiano in modo asimmetrico, spesso creando strati e accostamenti contrastanti; varietà dei colori scaturita da un attento uso degli impasti strumentali. I primi sei brani, eseguiti dal quintetto con mirabile coesione e pregnante apporto solistico, seguono tale impostazione e si avvicendano senza soluzione di continuità, addirittura anticipando certi motivi nella parte finale del brano precedente, come accade nel motivo tracciato dal vibrafono tra "Splitter" e "Hippies." Troviamo che proprio in questo lavoro di attenta cucitura e giustapposizione di trame complesse il lavoro faccia riferimento alle esperienze del Perigeo. Un rimando non consciamente voluto da Pedrotti, ma che appare sorprendente nel brano "InDepth," dove il modello di riferimento sembra rivolto al brano "Monti pallidi" di Franco DAndrea, il cui 0 RECOMMEND IT! PREV NEXT Recent Random Building a Jazz Library Fusion Building a Jazz Library Classic Funk Building a Jazz Library Newport Jazz Building a Jazz Library Classic Jazz Guitar Building a Jazz Library Duke Ellington Live Reviews European Jazz Conference 2015 view all | about showc BUY NOW Popular Local Jazz Events GIUSEPPE SEGALA, Articles News Downloads Musicians Gallery Events

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Mirko Pedrotti Quintet: MPQ (2015)

By Published: October 7, 2015 in Italian | 128 views

Mirko Pedrotti, vibrafonista, percussionista e compositore trentino,giunge con questo lavoro al secondo CD a proprio nome, allaguida del quintetto che con lo stesso organico (più qualche ospite,tra cui Saverio Tasca) pubblicò nel 2013 Kimèra. Unica variante,la sostituzione del pianista di allora Luca Poletti con Luca Olzer,che qui compare alle tastiere Rhodes e al sintetizzatore. Artistaduttile e poliedrico, Pedrotti abbina l'attività nel campo del jazz aquella nella musica classica, con collaborazioni tra l'altro nelleorchestre della Scala, dell'Arena di Verona, dei Pomeriggi Musicali. In concomitanza con laregistrazione del primo disco, il quintetto vinse il primo premio al Barga Jazz Contest (a parimerito con il trio siciliano Urban Fabula) e si piazzò secondo al concorso di Baronissi, inCampania.

Se nel primo lavoro erano evidenti e dichiarate le influenze compositive di Dave Holland eChris Potter, in un ventaglio di stimoli che delineava la ricerca di una propria dimensione,ora l'orientamento si focalizza con maggiore decisione ed efficacia su alcuni parametri: unsuono di gruppo ben definito, che sonda impasti tra suoni acustici ed elettrificati; un apportoritmico robusto e duttile condotto dall'accoppiata di Michele Bazzanella al basso elettrico eMatteo Giordani alla batteria; miscele di timbri dense e variegate del vibrafono, delletastiere e del sax alto di Lorenzo Sighel.

Il tutto trova un equilibrio dinamico ben controllato sotto il punto di vista compositivo edespressivo, che trae vantaggio anche dal lavoro egregio del tecnico del suono IvanBenvenuti, per un certo verso il sesto componente del gruppo. Uno scenario che secondo glistessi protagonisti si ispira a Portishead e Nine Inch Nails, ma che richiama pure contestistorici del rock jazz e del rock progressive, e secondo noi contiene più di un elemento(timbrico, compositivo, espressivo) che evoca l'associazione con l'esperienza del Perigeo.

Il tutto in modo originale e fresco, valorizzando le coordinate compositive già tracciate inprecedenza dalle composizioni di Pedrotti, tra le quali si infila un brano di Saverio Tasca,"Hippies": scansioni metriche irregolari, sulle quali i temi si appoggiano in modoasimmetrico, spesso creando strati e accostamenti contrastanti; varietà dei colori scaturitada un attento uso degli impasti strumentali.

I primi sei brani, eseguiti dal quintetto con mirabile coesione e pregnante apporto solistico,seguono tale impostazione e si avvicendano senza soluzione di continuità, addiritturaanticipando certi motivi nella parte finale del brano precedente, come accade nel motivotracciato dal vibrafono tra "Splitter" e "Hippies." Troviamo che proprio in questo lavoro di attenta cucitura e giustapposizione di tramecomplesse il lavoro faccia riferimento alle esperienze del Perigeo. Un rimando nonconsciamente voluto da Pedrotti, ma che appare sorprendente nel brano "InDepth," dove ilmodello di riferimento sembra rivolto al brano "Monti pallidi" di Franco DAndrea, il cui

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motivo pare innestato nella linea tracciata dal basso ed emerge nel bel mezzo del branocome una chimera, ripetuto quattro volte e poi abbandonato. Potenza dell'inconsciomusicale...

Resta da rivelare la chicca, tra le altre cose pregevoli del disco, della presenza diGianluca Petrella nei tre brani finali del disco. Già nella precedente incisione Pedrotti avevadedicato la parte conclusiva del lavoro alla dimensione più libera e astratta della propriaindole musicale, coinvolgendo un organico ridotto al duo o trio. Lo stesso criterio si ripetefelicemente in questo disco, per dare vita a tre episodi in forma di libera suite, denominati"Part D, E, F": proprio per tracciare il legame con i tre del precedente disco. Episodicompletamente improvvisati da Pedrotti e Petrella, ma giocati su scenari ben distinti. A unaprima parte con tempo libero, che elabora una dimensione spaziale, sonorità distese eipnotiche tra synth, trombone e vibrafono, ne succede una che prende il carattere da unostinato ritmico del vibrafono ed è percorso da poderose intrusioni del trombone, elaboratoe raddoppiato. Il terzo episodio si distende nuovamente, ma con connotazioni più narrative,dense inflessioni blues e splendidi impasti tra gli strumenti.

Un ultimo appunto positivo va fatto all'elegante essenzialità della veste grafica. Nelfrontespizio del CD compare l'acronimo del gruppo, MPQ, senza altre indicazioni. Nessunriferimento alla presenza di Petrella: gli specchietti per le allodole non interessano aPedrotti. Anche questo invita ad ascoltare il disco con la dovuta considerazione.

Track Listing: Splitter; Hippies; InDepth; Acidulo; Haze; Equidistanze; Suite Part D; Suite Part E; Suite Part F.

Personnel: Mirko Pedrotti: vibrafono; Lorenzo Sighel: sax alto; Luca Olzer: tastiere Rhodese sintetizzatori; Michele Bazzanella basso elettrico; Matteo Giordani: batteria; GianlucaPetrella: trombone, sintetizzatore nei brani.

Record Label: Self Produced

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