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IVANVALCERCACOMMUNICATIONDESIGN
YEAR2009
PROJECTCampagna web per il rilancio della registrazione del .it
CLIENTIstituto Italiano telematico
http://www.iit.cnr.it
YEAR2008
PROJECTCampagna web per il rilancio della registrazione del .it
CLIENTIstituto Italiano telematico
http://www.iit.cnr.it
YEAR2008
PROJECTCampagna d’informazione contro il nucleare
CLIENTAssociazione Un Futuro Senza Atomica
http://www.disarmo.org/rete/a/24537.htmEsposta a Cre@tivity Pontedera presso la fondazione Piaggio
YEAR2008
PROJECTCampagna d’informazione contro il nucleare
CLIENTAssociazione Un Futuro Senza Atomica
http://www.disarmo.org/rete/a/24537.htm
YEAR2008
PROJECTMagazine Home sapiens n° 1
CLIENTISIA Design, convenzione Alessi
YEAR2008
SPAZZATURA IN LIMITED EDITION
Da Trash a Cash: ormai si vende di tutto, anche quello che nessuno vuole.
Justin Gignac, giovane laureato in Arti Visive a New York ha iniziato a vendere la spazzatura della grande metropoli, disposta in piccoli cubet-ti di plastica trasparente. I cubi sono numerati, riportano la data di prelievo dei rifiuti e la firma dell’artista. Ci sono anche confe-zioni in edizione limitata, rifiuti legati ad un particolare evento. Il contenuto viene prelevato perso-nalmente da Justin che con la sua mania di collezionismo compone gli assemblaggi di scarti.
Si possono trovare mozziconi di sigaretta, bicchieri di plastica, bi-glietti della metro e cartacce di ogni genere.La confezione riporta: “hand picked from the fertile streets of New York”.L’ironia di questa operazione, for-temente critica verso il consumi-smo, è testimoniata dal fatto che l’autore stesso si mette in gioco vendendo le sue creazioni nelle piazze o davanti al MoMA.
L’idea, forte-mente provoca-
toria, si è trasfor-mata immediata-mente in una tro-
vata di successo. I turisti acquistano le confe-
zioni come souvenir, per rega-larle agli amici o per conservarle
nelle loro case accanto al vasetto con la sabbia della Grecia e la statui-
na della Torre di Pisa.Dopo la “Merda d’artista” di Manzoni nel 1961 oggi di sicuro non può fare scalpore un vasetto di resti dell’immondizia. Ma non siamo diventati un po’ troppo cinici per
arrivare a portarci via spazzatura come ricordo di New York?
PROJECTMagazine Home sapiens n° 1
CLIENTISIA Design, convenzione Alessi
YEAR2008
foglie di cavolo. Una volta, mentre il re era addormentato, un asino che passava di li divorò le foglie e l'alfabeto, portandosi via in un solo boccone la tradizione scritta del popolo Rom.
La nomadicità resta un falso mito o meglio un mito che ab-biamo costruito su una dialettica falsa, dove il nomade coincide con l’esotico, il lontano, “l’altro” da noi,noi che in realtà una casa ce la abbiamo e ci torniamo ogni volta che terminiamo da una crociera, un viaggio di “lavoro”, che atterriamo con un volo low cost. Una casa ce l’abbiamo e siamo ben contenti di tornarvici. Il dialogo che intessiamo con le altre culture basato su prevalentemente sulla distanza “spazio/temporale”, nel confronto con la cultura nomade perde radicalmente di significato perché “l’altro” in realtà occupa a diritto lo spazio che riteniamo nostro, concorre alla storia e la significazione di esso, tuttavia con prospettive e aspettative profondamente diverse. La diffe-renza tra lo stanziale e il nomade appare quindi irriducibi-le, perché se le identità appaiono fin troppo vicine e inter-connesse, completamente opposti appaiono i presupposti con sui esse sono state costruite. La prima risiede nel luogo, la seconda grazie ad esso si mantiene e si raf- forza, ma è solo il viaggio il vero non- luogo nel quale può trovare la sua ragione di essere. Si racconta che una volta il re degli zingari portasse nelle lunghe migrazione l'alfabeto della lingua Ro-manés sempre con sé avvolto in delle
Con questa e molte altre leggende i nomadi cer-cano di spie-gare l'assenza di una tradizio-ne scritta o pittografica nella propria cultura.La voce pesa meno dei libri, legarsi ad un luogo con un'immagine, una foto vincola la nostra anima a quel momento, a quello spazio.Per questa ragione il lavoro che il fotografo Jeremy Sutton Hibbert ha svolto nel corso di 17 anni nei campi rom di Kaladeri e Sintesti in Romania acquisisce il valore di un documentario unico per la con-tinuità e la profondità con la quale è riuscito ad penetrare nella vita di queste persone.Donne, ragazze,bambini ritratti all'interno delle loro case.Questo modello abitativo spontaneo lontano anni luce dai
prefabbricati nei quali i nomadi spesso vivono ha ispirato un progetto di collaborazione tra l'università di architettura di
roma tre e quella di Del� chiamato "Campus Rom",che è partito come un seminario itinerante attraverso alcuni
“campi nomadi” da Roma a Belgrado �no ad arrivare in Macedonia attraverso a Shutka, vicino a Skopije, paese inte-ramente abitata da Rom e dove anche il sindaco è Rom, e che esporrà alla prossima biennale di Venezia un prototipo di casa rom con un video che documenta la costruzione. Il
modello da imitare è un modello di abitazione ad impatto zero che anzi nasce grazie ai ri�uti e gli scarti del luogo nella quale viene edi�cato. La �nalità "politica" del pro- get-
to, al di là delle sperimentazioni architettoniche, è quella di chiudere i campi rom e aprire delle micro aree nelle quali lo sviluppo familiare naturale possa evolversi natural- mente.
Progetti di questo tipo stanno già in parte avve- nendo. Najo capofamiglia del campo rom Casilino900 autore di un
libro, "il popolo invisibile" vorrebbe costruire una "città" Rom all'interno di Roma con scuole, ma anche laboratori arti-
giani e mercati. Un altro esempio sperimentale è il villaggio del Guarlone nella zona di Fi- renze est, un villaggio di casette monofoamiliari
fatte per ospitare sei famiglie, opposto all'approc-cio che hanno i rom verso la propria abitazione,
ma sicuramente più rispettose rispetto a quelle che sono le baraccopoli presenti
nel resto della città e in molte altre città europee "occi-
dentali".
La casa appare per la cultu-ra nomade come un concetto non spontaneo, lontano dall'idea di carovana, che tradizionalmente gli viene associata, la casa rom è frutto di una trasformazione "imposta" dall'incontro con un'altra società, elemento funzionale e strutturale alla socialità. Eppure, sorprendentemente, attraverso le immagini di questo fotografo l’abitazione domestica appare uno spazio estremamen-te curato con molti colori, pittu-re, cuscini ritratti e vasi da fiori, lontano dalle baraccopoli prive di tutto tranne che di rifiuti alle quali siamo abituati.Se lo spazio domestico non è fatto per la sedentarietà, risulta invece il luogo privilegiato della socialità, con la sua sovrabbon-danza di oggetti appare estre-mamente scarno e funzionale nell'organizzazione degli spazi e del mobilio, con molte sedie e sedute per accogliere le perso-ne, con ampie verande spesso più grandi delle baracche stesse.
Se ci allonta-
niamo da queste (sur)realtà �n
troppo familiare, e ci avviciniamo a quelle che sono le
terre di provenienza di questi popoli anche l'aspetto degli insediamenti rom
assume un altro colore e rilevanza.Nella Slovacchia nord-orientale dove vi è una fortissima
presenza rom le famiglie vivono in sobborghi organizzati alle periferia delle città, degli slums che essi stessi si sono costruiti. Le
abitazioni zingare prevalgono sulle altre per i colori, per la eterogenità dei materiali, per la eccentricità di soluzioni architettoniche costuite con ri�uti
di varia natura.
No-HOMA-de No-more nomadi
La nomadicità è uno dei miti del contemporaneo, anzi si può dire che abbia superato la sua di-mensione mitica diven-tando un bisogno, una necessità.
La nomadicità è presente, concreta, impellente tuttavia trova ancora le sue giustificazioni più nell’immaginario che nel reale.
Il nomade non rifiuta la cultura materia-le, tutt’altro, tuttavia essa è solo un veicolo, una con- ferma o il più delle volte, una merce di scambio,il fulcro della cultura rom sembra definirsi non sulla base di ciò viene portato con sé, ma sulla base dei segni che verranno lasciati al loro passaggio. Crediamo anche noi di muo-verci in questa direzione,definendoci nuovi nomadi urbani, pensiamo di rispondere ad un bisogno che è primario, viscerale, naturale. Tuttavia la nostra ricon-quistata libertà di movimento di naturale non ha niente,ci ha caricato di una serie di oggetti che non possiamo mai lascia-re per poterci permettere il lusso di essere in viaggio, ci ha caricato di un maggior numero di responsabilità verso il nostro luogo di origine. Confondiamo la oralità del sapere con la virtualità di questi, crediamo che la contingenza coincida con la obsolescenza.ma non è così. Prima di cominciare il nostro viaggio dovremmo chiederci dove questi oggetti ci stiano portando, e dove andranno una volta che avranno terminato la loro funzione,se riusciremo a conservare la nostra memoria storica e identitaria o se resterà ad invecchiare in qualche discarica del mondo.
il primo segna i secondi, i minuti, le ore: e tu già sai che dopo le sei verranno le sette,e poi le sette e mezza,e poi le otto...il secondo è il sole e la pioggia, il ventoe la neve...
e tu non sai mai quello che .
Nella ride�nizione dei con�ni delle nostre città, dei con�ni che cerchino di includere, senza imporre, dovremmo partire dal riconsiderare e ripensare le nostre
abitazioni, se le nostre case non abbiano completamente perso la loro espressività, non risultino troppo "Gagi-kané" per�no ai nostri occhi. Viviamo parcheggiati nel garage, diceva il �losofo Ivan Illich, la nostra cultura dell'abitare si è spenta, viviamo in dei prefabbricati, senza lasciare tracce.Senza lasciare tracce,ma lasciando dietro di noi molti scarti del nostro passaggio.Sui quali, con i quali costruire nuove abitazioni e�mere.
Per questo, il tanto
evocativo “gipsy spirit” più che a un bisogno di
spiritualità cerca di rispondere a leggi di
sopravvivenza, ciò che non è stato costruito per durare verrà,
una volta terminato il suo
scopo,restituito al luogo nella sua forma originaria. Ma cioè che spesso non si considera è che se si è scelto (o si è stati costretti) a costruire nella spazza-tura, ciò che resterà del nostro
passaggio potrà essere soltanto questo, spazzatura.
Il nomade non ri�uta la cultura materiale, tutt’altro, tuttavia essa è solo un veicolo, una conferma o il più delle volte, una merce di scambio,il fulcro della cultura rom sembra de�nirsi non sulla base di ciò viene portato con sé, ma sulla base dei segni che verranno lasciati al loro passaggio.Crediamo anche noi di muoverci in questa direzione,de�nendoci nuovi nomadi urbani, pensiamo di rispondere ad un bisogno che è prima-rio, viscerale, naturale.Tuttavia la nostra riconquistata libertà di movimento di naturale non ha niente,ci ha carica-to di una serie di oggetti che non possiamo mai lasciare per poterci permettere il lusso di essere in viaggio, ci ha caricato di un maggior numero di responsabilità verso il nostro luogo di origine. Confondiamo la oralità del sapere con la virtualità di questi, crediamo che la contingenza coincida con la obsolescenza.ma non è così.Prima di cominciare il nostro viaggio dovremmo chiederci dove questi oggetti ci stiano portando, e dove andranno una volta che avranno terminato la loro funzione,se riusciremo a conservare la nostra memoria storica e identitaria o se resterà ad invecchiare in qualche discarica del mondo.
Più complessa è la situazione dei villaggi rom in Romania che spesso vedono un incessante alternarsi di persone, soldi, oggetti,di scambi tra chi rimane e sta per partire, e tra chi è partito ma vuole tornare, fenomeno documentato in un bel documentario "avere vent'anni" trasmesso alcuni mesi fa dalla /.I villaggi di Tantareni, Lipovu, Gara-Bals e Salcutsa presentano una solidità e stanzialità imparagonabile alla corrispettiva soluzione italiana: case mono-familiari, con giardino simili nella struttura a quelle di qualunque altro villaggio rurale europeo. Tuttavia in questi villaggi che sopravvivono grazie alle rimesse si vive una situazione di attesa sospesa ne tempo nel quale l'ob-biettivo non è la stanzialità, la sicurezza, ma il ripartire, il ricongiungersi con il gruppo familiare in Italia o da qualche altra parte d' Europa, nella quale il senso della comunità, vuoi per la lontananza, per la di�coltà ad integrarsi sembra essere più sentito che in "patria".La vita dei popoli nomadi si articola ormai su questa dicotomia, comune d'altra parte a quella di molti immigrati, tra partenza e ritorno, allontanamento e nostalgia.Tuttavia è proprio dalle assenze, quelle di luce,di acqua, di gas, é dalla "nudità" della vita di questo popolo nei campi delle città italiane si deve partire per ricon-siderare non solo la questione abitativa del popolo Rom, ma la nostra stessa
condizione urbana.E in questo contesto che la unicità di tali abitazioni può aiutarci ad a�ronta-re le crisi abitative delle noste città, sostiene Francesco Careri uno degli architetti del gruppo romano Stalker, fondatore del progetto "Osservatorio nomade"."I rom sono tutti poveri? in una società sempre più a�amata di case popolari, di spazzi privati e pubblici, non c'è il rischio che tutti i poveri diventino presto o tardi dei rom?"sicuramente il discorso formulato in questi termini può risultare un po' super�ciale se analizzato solo nelle sue caratteristiche architettoniche.Il rapporto tra Gagé (noi, gli stanziali) e i Rom non si articola in termini di identità individuale, ma di riconoscimen-to reciproco.Nel sito dell'opera Rom alcune parole spiegano questa irriduci-bile diversità: Quale di�erenza c'è tra un gagè e un rom? la stessa che corre
tra l'orologio e il tempo:
PROJECTMagazine Home sapiens n° 1
CLIENTISIA Design, convenzione Alessi
YEAR2008
PROJECTCampagna di promozione apertura CCC Strozzina,
CLIENTcentro cdi cultura contemporane Strozzina
YEAR2009
PROJECTCampagna di promozione apertura CCC Strozzina,
CLIENTcentro cdi cultura contemporane Strozzina
YEAR2009
PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand design
Tesi di laurea di secondo livello
CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze
YEAR2009
ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it
ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it
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ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it
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ENERGY FORTHE FUTURE ENERGY FOR
THE FUTURE miexpo.it
BRAND APPLICATION ART DIRECTOR IVAN VALCERCA A.A.2008/09
colors
PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand designTesi di laurea di secondo livello
CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze
YEAR2009
R 26 G23 B27 R69 G161 B43
L 8 A 2 B-2 L 59 A -45 B-50
C 75 M5 Y100 K0C 77 M75 Y62 K81
LINEA ART BLACK LINEA ART GREEN LINEA ART WHITE
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Tesi di laurea di secondo livello
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CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze
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ENERGY FORTHE FUTURE miexpo.it
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YEAR2009
corso in Grafica e Progettazione Multimediale
uma p
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ara o
futuro
processo creativo spazio fisico spazio mentale spazio digitale
PROJECTArchitettura come brand, tesi di Laurea di primo livello
CLIENTUniversità La Sapienza di Roma, UTL di lisbona, Portogallo
YEAR2005
Leggerezza Asimettria organica Natura geometrica RitualeCulturale Atto poetico
gele ge A
mt
eggerezza Natura geomg
le Att
500175 105
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39
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0,50
0,75
- 0,20
Spazio sociale: mensa
Spazio individuale: ozio
Spazio embolico: passante
Spazio del corpo: abbandono
Spazio del sogno: oblio
Leggerezza Asimettria organica Natura geometrica RitualeCulturale Atto poetico
gele ge A
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eggerezza Natura geomg
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lato A lato B
lato CCopertura lato D
Materiale travi
Materiale tapparelle
Materiale tenda
Materiale bagno
Leggerezza Asimettria organica Natura geometrica RitualeCulturale Atto poeticoele
ge A
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eggerezza Natura geomg
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Sezione x-x’
x
x’
PROJECTProgettazione di un abitacolo sereno. Concept design. Visual Design Lucia Lamacchia
CLIENTIstituto Superiore per L’industria Artistica
YEAR2005
PROJECTManifesto per la “Filiera del Progetto” 10 incontri tra aziende e formazione
CLIENTISIA, Firenze
YEAR2008
Transparent
PROJECTProgetto My schape, concept design Visual Design Lucia Lamacchia
CLIENTISIA design , Firenze
YEAR2008
PROJECTProgettazione del marchio e dell’immagine coordinata.
CLIENTMuseo dell’Azulejos Lisbona, portogallo
YEAR2006
PROJECTConcept Design, borsa a sottovuoto
Progetto esposto al salone del mobile di Milano
CLIENTArtex, Salone del mobile di Milano
YEAR
2008
Taac è una borsa-viaggio salvaspazio.Sfrutta la propria capienza utilizzando il sottovuoto.
Valvola sottovuoto
PROJECTConcorso per la progettazione del marchio.
CLIENTFondazione la casa del mediterraneohttp://www.caremediterraneo.org/
YEAR2007
WHATSEXISANANGEL?
SI,LO VOGLIO!Oggi per le coppie omosessuali non esiste alcun riconoscimento giuridico, nè alcun diritto di cittadinanza, sicurezza, assistenza. Per ottenerlo è indispensabile unirsi alle coppie che
nella campagna “Certi Diritti” e avvalersi dell’assistenza gratuita dei legali della Rete Lenford. I matrimoni omosessuali possono e devono essere celebrati ed avere pieno riconoscimento. Se fai parte di una coppia omosessuale che si vuole sposare, contattaci per adeguare la normativa nazionale a tutte le nuove forme familiari nascenti.
diritti di tutti:
Art D
irector: Ivan Valcerca.
PROJECTCampagna “Si, lo voglio”
CLIENTassociazione Radicale Certi Diritti
http://www.certidiritti.it/
YEAR2009
CERTIDIRITTI
PROJECTProgettazione del marchio
CLIENTassociazione Radicale Certi Diritti
http://www.certidiritti.it/
YEAR2009
CERTIDIRITTI
CERTIDIRITTI
PROJECTProgettazione del marchio
CLIENTassociazione Radicale Certi Dirittihttp://www.certidiritti.it/
YEAR2009
continare ad avere. continare ad avere.
continare ad avere.
continare ad avere.
PROJECTProgettazione del marchio per il portale MiMì
CLIENTPer Milano expo’.
YEAR2009
continare ad avere.
continare ad avere.
continare ad avere.
PROJECTProgettazione del marchio per il portale MiMì
CLIENTPer Milano expo’.
YEAR2009
PROJECTReportage fotografico: La nuova Berlino.
CLIENTRedazione il Progetto.
http://www.ilprogetto.it/
YEAR2006
PROJECTReportage fotografico: La nuova Berlino.
CLIENTRedazione il Progetto.http://www.ilprogetto.it/
YEAR2006
PROJECTReportage la forma dell’architettura
CLIENTRedazione il Progetto.
http://www.ilprogetto.it/
YEAR2006
PROJECTReportage la forma dell’architettura
CLIENTRedazione il Progetto.http://www.ilprogetto.it/
YEAR2006
ESPERIENZE PROFESSIONALIGRAPHIC DESIGN
Sett. 2000 – sett. 2001 Collaborazione come progettista grafico presso l’agenzia Giancola Pubblicità
di Roma; Nov. 2002 – nov. 2003
Collaborazione come art director per la società Informatica Europea di Roma;
Gen. 2004 – lug. 2005 Direzione del reparto multimediale e grafica del Teatro São Luis di Lisbona;
Magg. 2005 – giu. 2005 Curatore del progetto per lo scambio culturale sul tema: la metodologia pro-gettuale Europea dell’Università UTL di Lisbona, tra gli Atenei di Lisbona,
Milano e Roma;
Mag. 2005 – apr. 2007 Art Director dell’evento Un Libro libera la mente, incontro tra istituzioni e
case editrici, organizzato dalla Provincia di Roma;
Giu. 2007 – Regista e coordinatore dello spettacolo Corpo, danza, musica e video per
l’istituto professionale Marco Polo di Monterotondo contro la dispersione scolastica nella provincia di Roma;
Lug. 2008 – Progettoo web my-shape.blogspot.com
.Sett.2009
Video contro il nucleare, per la sinistra arcobaleno.
Ott.2008 -Dic.2008 Campagna pubblicitaria per IPASVI di Firenze, presso L’Almagreal.
Magg. 2009 Campagna Certi Diritti, e redesign dell’immagine coordinata
Giugno 2009 Video promozionale dell’evento whats sex is an angel, itinerante nelle città
di Roma, Firenze, Torino e Genova. Gaypride 2009
via 6 Giugno, 14 00015 Monterotondo (Roma)Telefono: +39.328.8655157Posta elettronica: valcerca@yahoo.ithttp://valcerca.wordpress.com/
nato il 04/08/82 a RomaCittadinanza: italianaStato civile: celibe
FORMAZIONE
1999 Attestato di Operatore grafico pubblicitario;2001 Diploma di Tecnico della grafica pubblicitaria presso
l’Istituto professionale Marco Polo di Monterotondo, 93/100;.2001 Attestato di qualifica della Regione Lazio in Tecnico della
computer grafica statica, animata e tridimensionale;
2005 Vincitore di una borsa di studio UTL , Lisbona (Portogallo) nell’ambito del Progetto Erasmus;
2005 Laurea in Grafica e progettazione multimediale (classe 4: Scienze dell‘architettura e ingegneria edile)
conseguita presso la facoltà d’Architettura “Valle Giulia” dell’Università degli studi di Roma La Sapienza,
con votazione 110 e lode. Titolo della tesi: Alcantàra un ponte per il futuro. Riqualificazione urbanistica
del Water front dell’ex-porto di Lisbona – relatore Livio Sacchi;
2006 Abilitazione alla libera professione;
2009 Specializzazione universitaria in Design della comunicazione presso l’istituto superiore per l’industria artistica ISIA di Firenze
con votazione 110 e lode. Titolo della tesi: EXPO Energy for the future,
comunicare un portale eco sostenibile- relatore Carlo Spoldi
CONOSCENZE LINGUISTICHE
Italiano madrelingua;spagnolo buona conoscenza;portoghese buona conoscenza;
CONOSCENZE INFORMATICHE
Ottima conoscenza dei principali programmi di computer grafica 2D e 3D: Photoshop, Illustrator, Flash, Coral Draw e Quark-Xpress.
Ottima conoscenza programmi operativi Mac MS Windows 98/2000/ME/XP; programmi applicativi MS Office 2000 e principali programmi di navigazione
Internet e gestione di posta elettronica.
Autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Dlgs. n. 196/2003
in fede.Ivan Valcerca
ARCHITETTURA CONCEPT DESIGN:
Nov. 2004 - ottobre Studio d’architettura Felipa Rosetta – Lisbona, responsabile per la realiz-zazione della rappresentazione multimediale del nuovo piano urbanistico
d’Estoril in Portogallo;
Nov.2005 Progettazione d’arredamento commerciale.
Nov. 2005 – gen. 2006 Studio d’architettura Spazio Design/D&B – Eur, Roma: collaborazione per la progettazione del New York bar a Monterotondo scalo e della ristruttura-
zione del negozio C’Art nel centro commerciale I Granai a Roma;
Gen. 2006 – sett. 2006 Studio d’architettura Livio Sacchi – Via Tomacelli, Roma: collaborazione
per la progettazione della Chiesa coreana in zona Tiburtina a Roma, di due piscine private nel comune di Napoli e la ristrutturazione del ristorante
Giolitti nel quartiere dell’Eur a Roma
Giugno 2009 Progetto Orina, progettazione di un abitacolo sereno
Direzione Arch. Franco Raggi.
INSEGNAMENTO
Dal 2001 numerose collaborazioni per l’insegnamento di Progettazione Grafica, pianificazione pubblicitaria e disegno grafico presso gli Istituti
d’istruzione secondaria Via Flaminia di Castelnuovo di Porto e Marco Polo di Monterotondo e l’Istituto superiore Sisto V di Roma.