Oldsmobile Brandbook

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Oldsmobile Brandbook Politecnico di Milano I Brandelli: Alessandro Aimale Tommaso Anceschi Gabriella Berardi Michele Coralli Francesco D'Agostino Mirte Freriks

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O L D S M O B I L E

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INDICE

Timeline pg. 6

HERITAGE

Build one carriage in as perfect a manner as possiblepg. 8 On the road of life we’ll flypg. 16

A finely enginnered mechanismpg. 30

VALORI & CARATTERISTICHEpg. 42

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HERITAGE

1897R.E. Olds fonda la Olds Motor Vehicle Co. a Lansing, nel Michigan.

1962Prima auto di serie con un motore turbo.

1901Primo modello prodotto in serie; prima automobile contachimetro installato.

1966Prodotte la Toronado, la Cutlass e la 442 (versione sport della Cutlass e tra le prime nel genere delle muscle-car).

1906Prima traversata continentale; usano una Oldsmobile.

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1977La richiesta di Cutlass nel mercato americano eccede le capacità produttive della Olds.

1980Numerose volte raggiunge quota 1 milione di auto prodotte in un anno, sfidando colossi come Ford e Chevrolet.

1996Lo sbagliato posizionamento del brand porta ad un calo delle vendite che condurrà alla chiusura nel 2004.

1940Introduzione trasmisisone automatica

1949Prodotto ilRocket Engine V8;esce la Olds Rocket 88.Tre vittorie del campionato consecutive.

Build one carriage in as perfect a manner as possible

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BUILD ONE CARRIAGEIN AS PERFECT AMANNER AS POSSIBLE

Build one carriage in as perfect a manner as possible

Oldsmobile. Non è possibile parlare di auto negli Stati Uniti senza menzio-narla. Fondata nel 1897 da Ransom E. Olds a Lansing, Michigan, ha attra-versato, testimoniato ed influenzato la storia americana affrontando con co-raggio ogni sfida che 107 anni di vita le hanno offerto.Già nel 1901, mentre Harry Ford era an-cora alla ricerca di finanziatori, la Olds presenta la Curved Dash, la prima au-tomobile prodotta in serie su una linea di montaggio. Avvalendosi dei migliori collaboratori ed ingegneri del periodo (di cui molti, come i fratelli Dodge, fon-deranno case automobilistiche pro-prie) la Oldsmobile sforna una serie di prodotti di successo che contribuiran-no alla diffusione dell’automobile negli USA e al superamento della Depres-sione degli anni ‘30.

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Build one carriage in as perfect a manner as possible

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Forte dei successi commerciali che la portarono nel 1935 a costruire la milio-nesima auto, la Oldsmobile segue la filosofia del suo fondatore investendo in innovazione tecnologica e arrivan-do a brevettare, tra il 1937 e il 1940, la trasmissione semi-automatica e quel-la automatica. Terminata la seconda guerra mondiale, durante la quale la fabbrica di Lansing aveva prodotto motori ed autoveicoli per le forze ar-mate statunitensi, la Oldsmobile sfor-na la Rocket 88 che, con le sue forme futuristiche, diventò simbolo degli anni ‘50 e antesignana delle muscle-car.

Build one carriage in as perfect a manner as possible

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La spinta innovativa continua negli anni ‘60 in cui la Olds produce due tra i suoi modelli più diffusi e apprezzati che cesseranno la produzione, dopo vari modelli e restyling, solo negli anni ‘90. Sono la Toronado e la Cutlass.Proprio quest’ultimo modello diventa l’auto più venduta del 1976. Le vendite negli anni successivi arrivarono a cifre tali che lo stabilimento di Lansing, il più grande degli USA in quel momen-to, non riesce a soddisfare le richieste del mercato pur producendo più di un milione di auto l’anno.

On the road of life we’ll fly

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ON THE ROAD OF LIFE WE’LL FLY

On the road of life we’ll fly

Dieci anni sono passati da quando la GM prese la terribile decisione di fer-mare la produzione delle Oldsmobile. Fermare la produzione, appunto, ma non il ricordo e il legame che milioni di persone hanno tutt’ora con il brand e con ciò che esso ha rappresentato e rappresenta.Decine di club di appassionati della Olds dicono più dei, pur impressionan-ti (35,2 milioni di auto vendute e 107 anni di storia), numeri e dati di vendita della prima casa automobilistica statu-nitense.

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On the road of life we’ll fly

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La Oldsmobile ha segnato la strada per case automobilistiche oggi ben più blasonate nei primi anni del Novecen-to, quando si pensava che tutto fosse possibile, e mostrato nuove vie nei momenti di difficoltà con il suo spirito intraprendente. Negli anni ‘50 e ‘60 ha mostrato il fu-turo con le linee taglienti ed avveniri-stiche delle sue auto e reinterpretato il presente nei ‘70 e negli ‘80 con delle muscle-car dall’inconfondibile rombo metallico progettate per dominare la strada.

On the road of life we’ll fly

È stata l’automobile istituzionale (ha creato auto appositamente per la polizia e motori per i veicoli dei vigili del fuoco), ma anche e soprattutto ha incarnato lo spirito e la volontà di ri-bellione dei giovani americani. Non è strano pensare ad un inseguimento in cui entrambe le auto, della polizia e del fuggitivo, siano delle Oldsmobile.La Oldsmobile sponsorizzò inoltre nu-merose trasmissioni radio e televisive invitando più volte gli showmen che li conducevano a girare spot e docu-film all’interno dello stabilimento di Lan-sing, come avvenne più volte negli anni ‘50.

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On the road of life we’ll fly

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Proprio in quegli anni il rockabilly pri-ma e il rock&roll poi si cibarono della cultura automobilistica americana, de-dicando numerose canzoni a questo mondo. Un esempio notevole è Rocket 88 di Jackie Brenston, considerata una delle prime canzoni rock&roll, e dedicata all’omonima muscle-car del-la Olds; la quale entrerà anche nella cultura hip-hop con la versione nel singolo You’re gonna get yours (1987) dei Public Enemy che descrive l’invidia della strada per il possessore di una Oldsmobile 98.

On the road of life we’ll fly

Delle Oldsmobile compaiono anche in numerosi film quali Grease (in cui si tro-vano diverse 88), The Blues Brothers (nel quale si fa riferimento alla solidità e resistenza delle auto), Arma Letale (in cui i due protagonisti guidano una Olds) fino ad arrivare a picchi di pura ossessione come quella di Sam Raimi, che inserisce una scena a bordo di una Cutlass in ogni suo film.Sono soprattutto questa eredità cultu-rale e i numerosi club tutt’oggi attivi, più che il R.E. Olds Museum o l’Heri-tage Center creato dalla General Mo-tors, a mantenere vivo e pulsante il cuore della Oldsmobile.

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DIFFUSIONE CLUB OLDSMOBILE

A finely engineered mechanism

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A FINELY ENGINEERED MECHANISM

A finely engineered mechanism

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Nel 1901 la Oldsmobile è la prima casa

automobilistica a introdurre un tachi-

metro sulle sue automobili, mostran-

do la sua vocazione alle competizioni

sportive e alla passione per le sfide

estreme ereditata da R.E. Olds, che fu

pilota di auto, prima che produttore.

A testimonianza di ciò, nel 1903 due

pionieri dell’automobilismo (o forse

due folli, com’erano definiti) Whitman

e Hammond, decisero di intrapren-

dere per la prima volta un viaggio co-

ast-to-coast da San Francisco a New

York. Scelsero per la loro avventura

una Oldsmobile Curved Dash che riu-

scì nell’impresa di affrontare le 4500

miglia che separano le due città in

poco più di tre mesi. Era la distanza

maggiore mai percorsa in automobile.

A finely engineered mechanism

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Fieri dell’affidabilità delle loro auto, gli ingegneri si dedicarono negli anni suc-cessivi allo sviluppo della componente motoristica e alla ricerca di nuovi re-cord da infrangere: nel 1909 una Old-smobile supera in una gara di velocità il treno 20th Century Limited.Nel 1916 viene invece realizzato un motore a 8 cilindri disposti a V (sche-ma fino a quel momento utilizzato solo in ambito aeronautico) che diverrà una caratteristica della casa per diversi anni a seguire.Dal 1949 al 1951 infatti il V8 Rocket montato su una 88 consente alla Old-smobile di aggiudicarsi tre campionati NASCAR consecutivi.

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Negli anni ‘60 l’impegno della Oldsmo-bile nel mondo del racing si fa ancora più importante: debutta la Cutlass 442 che sostituisce la Rocket 88 nei cam-pionati NASCAR arrivando a vincerne uno nel 1978; facendo così della Old-smobile la terza casa automobilistica per numero di vittorie nella competi-zione (la prima tra i marchi attualmente inattivi).Mentre la 442 corre sull’asfalto, la To-ronado viene impiegata nelle competi-zioni rallystiche vincendo, nel 1966, la Pikes Peak Hillclimb.

A finely engineered mechanism

Contestualmente alla sua sempre maggiore presenza diretta nelle corse automobilistiche, la Oldsmobile forni-sce tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90 motori e componenti per numerose competi-zioni americane tra cui la IndyCar e le Drag Races. Nel 1977 gli organizzatori della Indy500 scelgono la Oldsmobile 442 come pacecar per la gara. Un compito per cui veniva scelta l’auto di serie più potente e affidabile sul mercato, cui spettava il compito di condurre i bolidi del circuito di Indianapolis durante il giro lanciato dall’omonima gara di auto a ruote scoperte.Nel 1987 entra invece nel mondo dei prototipi stabilendo il nuovo record mondiale di velocità FIA con la Aerote-ch Concept con circa 430 Kmh).

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A finely engineered mechanism

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Negli anni ‘90, spinta dai grandi suc-cessi commerciali, la GM, proprieta-ria del marchio fin dal 1908, decide di prendere direttamente il controllo della Oldsmobile (che fino ad allora era stata la divisione “sperimentale” del gruppo e, in quanto tale, dotata di libertà non concesse agli altri brand). Assimilandola sempre di più agli altri marchi come Chevrolet e Pontiac, le fece perdere quello spirito combattivo e pionieristico portandola al fallimento nel 2004.

VALORI &CARATTERISTICHE

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VALORI &CARATTERISTICHE

AUDACIA Colori accesi

Materiali robusti

Dimensioni sopra la media

GRINTA Meccanica solida

Primati storici

Resistenza agli urti

Vincente nelle competizioni

FIEREZZA Diffusione owners club

Produzione made in America

Linee affilate

AUDACIA

A U D A C I A

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A U D A C I A

C O L O R IA C C E S I

AUDACIA

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M A T E R I A L I R O B U S T I

D I M E N S I O N I S O P R A L A M E D I A

AUDACIA

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GRINTA

G R I N T A

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G R I N T A

M E C C A N I C AS O L I D A

GRINTA

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P R I M A T IS T O R I C I

R E S I S T E N Z AA G L I U R T I

GRINTA

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V I N C E N T E N E L L E

COMPETIZIONI

FIEREZZA

F I E R E Z Z A

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F I E R E Z Z A

D I F F U S I O N EOWNERS CLUB

FIEREZZA

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P R O D U Z I O N EM A D E I NA M E R I C A

L I N E EA F F I L A T E

FIEREZZA

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POLITECNICO DI MILANO

Design della ComunicazioneLaboratorio di MetaprogettoOttobre 2014

I BRANDELLI

Alessandro AimaleTommaso AnceschiGabriella BerardiMichele CoralliFrancesco D’AgostinoMirte Freriks